Francesco: per la risurrezione del Libano servono gesti concreti dal mondo
Michele Raviart - Città del Vaticano
“A un anno dalla terribile esplosione avvenuta nel porto di Beirut, capitale del Libano, che ha provocato morte e distruzione, il mio pensiero va a quel caro Paese, soprattutto alle vittime, alle loro famiglie, ai tanti feriti e a quanti hanno perso la casa e il lavoro. E tanti hanno perso l’illusione di vivere.” Così si è espresso Papa Francesco, al termine dell’udienza generale ricordando la tragedia dello scorso 4 agosto, quando l’onda distruttiva dovuta alla detonazione di un magazzino di esplosivi al porto causò la morte di oltre 200 persone e oltre seimila feriti. Oltre 300 mila furono anche gli sfollati, dopo che case e interi quartieri vennero spazzati via da quella che è considerata una delle più potenti esplosioni non nucleari della storia.
Luce di speranza per superare la crisi
Continua l’attenzione del Pontefice, quindi, per il Paese del Medio Oriente, dopo la Giornata di preghiera e riflessione per il Libano dello scorso primo luglio, quando Francesco ospitò in Vaticano i patriarchi e capi delle Chiese orientali del Paese dei cedri. Quel giorno, ha ricordato, “insieme ai leader religiosi cristiani abbiamo accolto le aspirazioni e le attese del popolo libanese, stanco e deluso, e invocato da Dio luce di speranza per superare la dura crisi”.
Gesti concreti e non parole
Una crisi economica, sociale e politica, che dura dal 2019 e che ha portato metà della popolazione, denuncia Medici Senza Frontiere, a vivere in povertà estrema con meno di un dollaro al giorno. Per questo il Papa si appella anche alla comunità internazionale, “chiedendo di aiutare il Libano a compiere un cammino di risurrezione con gesti concreti, non con parole soltanto”. “Auspico”, continua, “che in tal senso sia proficua la Conferenza in via di svolgimento promossa dalla Francia e dalle Nazioni Unite”. La crifra di 350 milioni di dollari è quella che si spera di raccogliere con l'incontro di oggi, attraverso donazioni e investimenti, mentre il Paese rimane ancora senza governo, con il primo ministro incaricato Najib Mikrati che sta cercando di appianare le divergenze tra le forze politiche.
Il desiderio di Francesco di visitare il Libano
La ricostruzione di Beirut intanto procede e la gente che comincia a ritornare alle proprie case, anche grazie all’impegno di Caritas, delle organizzazioni internazionali e dallo straordinario apporto dei giovani e della società civile. Un luogo che il Papa vorrebbe abbracciare da vicino. “Cari libanesi”, conclude, “il mio desiderio di venire a visitarvi è grande e non mi stanco di pregare per voi perché il Libano ritorni a essere un messaggio di fratellanza, un messaggio di pace per tutto il Medio Oriente".
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