Il Papa: accendere il cuore con la preghiera, no ai “cristiani addormentati"
Isabella Piro – Città del Vaticano
Prima domenica di Avvento, tempo di preparazione al Natale, tempo di attesa per la venuta del Signore. Attende il sole, dopo la pioggia battente su Roma; attendono il presepe e il grande albero di Natale in allestimento a Piazza San Pietro; attendono i pellegrini, tra bandiere e ombrelli colorati. Ma in questo tempo di attesa, “Gesù ci invita a non avere paura – dice Papa Francesco, durante la catechesi che precede la preghiera mariana dell’Angelus, pronunciata dalla finestra del Palazzo Apostolico – Non avere paura perché Egli verrà, Gesù tornerà, Gesù verrà, lo ha promesso". (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Vigilare per non diventare indifferenti
Anche “nei momenti in cui tutto sembra finito”, aggiunge il Pontefice, anche “nelle tribolazioni, nelle crisi della vita e nei drammi della storia”, il Signore “viene a salvarci”, indicandoci la vigilanza e la preghiera come vie maestre da seguire per “non farci assorbire dalle difficoltà, dalle sofferenze, dalle sconfitte”:
Vigilare significa questo: non permettere che il cuore si impigrisca e che la vita spirituale si ammorbidisca nella mediocrità. Fare attenzione perché si può essere “cristiani addormentati” – e noi sappiamo: ce ne sono tanti di cristiani addormentati, cristiani anestetizzati dalle mondanità spirituali – cristiani senza slancio spirituale, senza ardore nel pregare – pregano come dei pappagalli – senza entusiasmo per la missione, senza passione per il Vangelo. Cristiani che guardano sempre dentro, incapaci di guardare all’orizzonte. E questo porta a “sonnecchiare”: tirare avanti le cose per inerzia, a cadere nell’apatia, indifferenti a tutto tranne che a quello che ci fa comodo. E questa è una vita triste, andare avanti così… non c’è felicità lì.
L’accidia, grande nemico della vita spirituale
"È triste vedere "cristiani in poltrona", continua il Papa: l’abitudine, la pigrizia, la mediocrità, il vizio ci “schiacciano a terra” e ci rendono “indifferenti” alle difficoltà dei nostri fratelli. Di qui, l’esortazione a “custodire il cuore dall’accidia, grande nemico della vita spirituale e anche della vita cristiana":
L’accidia è quella pigrizia che fa precipitare, scivolare nella tristezza, che toglie il gusto di vivere e la voglia di fare. È uno spirito negativo, è uno spirito cattivo che inchioda l’anima nel torpore, rubandole la gioia. Si incomincia con quella tristezza, si scivola, si scivola, e niente gioia. Il Libro dei Proverbi dice: «Custodisci il tuo cuore, perché da esso sgorga la vita» (Pr 4,23). Custodire il cuore: questo significa vigilare, vegliare! Siate svegli, custodisci il tuo cuore.
Non tralasciare la preghiera, lampada del cuore
Ma la vigilanza dei cristiani, afferma Francesco, ha “un ingrediente essenziale”, “un segreto” che è la preghiera:
È la preghiera che tiene accesa la lampada del cuore. Specialmente quando sentiamo che l’entusiasmo si raffredda, la preghiera lo riaccende, perché ci riporta a Dio, al centro delle cose. La preghiera risveglia l’anima dal sonno e la focalizza su quello che conta, sul fine dell’esistenza.
L’invito del Papa ai fedeli, dunque, è a non tralasciare la preghiera neanche “nelle giornate più piene”: pregare con il cuore, ripetendo spesso brevi invocazioni come “Vieni, Signore Gesù”, infatti, aiuterà l’animo a restare vigile. Una breve invocazione che Francesco fa ripetere per tre volte ai fedeli radunati in Piazza San Pietro, invitandoli a guardare alla Madonna, Colei che “ha atteso il Signore con cuore vigilante”. L'invito a vivere l'Avvento con speranza ritorna anche nei tweet di Papa Francesco pubblicati oggi sul suo account @Pontifex: "La nostra vita diventa bella e felice quando attendiamo qualcuno di caro e importante - si legge in uno di essi - Questo #Avvento ci aiuti a trasformare la speranza nella certezza che Colui che aspettiamo ci ama e non ci abbandona mai".
Tutelare l'umanità dei migranti
Nel Dopo Angelus, il Pontefice ricorda i tanti migranti esposti a "pericoli gravissimi" in questi giorni e si dice addolorato dei tanti morti nel Canale della Manica, nel Mediterraneo, al confine della Bielorussia. Il pensiero va anche alle vittime della tratta, torturate e vendute come schiave. A tutti loro, il Papa assicura la sua preghiera e la sua vicinanza, ringraziando poi tutte le istituzioni impegnate nel settore. Forte, infine, la sua invocazione al dialogo per trovare soluzioni che "rispettino l'umanità di queste persone".
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