Francesco a Malta nel segno dell'accoglienza e della pace
Michele Raviart - Città del Vaticano
Sarà “difficile non tenere conto della guerra in Ucraina” nell’imminente viaggio di Papa Francesco a Malta, presentato questa mattina in un briefing nella Sala Stampa della Santa Sede. Lo ha ricordato il direttore Matteo Bruni, illustrando ai giornalisti le tappe del 36 esimo viaggio apostolico del Pontefice, che visiterà il Paese il prossimo 2 e 3 aprile.
Nel segno dell'accoglienza e di San Paolo
Già rimandata a causa della pandemia, la visita del Papa sarà concentrata sui temi dell’accoglienza - Malta è un luogo di approdo per molti migranti che cercano di attraversare il Mediterraneo dal Nord Africa - e dell’eredità apostolica di San Paolo, che proprio sull’isola naufragò nel suo viaggio verso Roma.
Il programma del viaggio
Cinque saranno i discorsi in due giorni, a partire da quello sabato mattina al palazzo del Gran Maestro alla Valletta rivolto alle autorità maltesi e al corpo diplomatico, cui seguirà l’incontro di preghiera al Santuario mariano di Ta’Pinu nell’isola di Gozo. Domenica Francesco incontrerà i gesuiti di Malta in un incontro privato e poi pregherà nelle grotte di San Paolo a Rabat. In mattinata la Santa Messa al Piazzale dei Granai a Floriana cui seguirà la recita dell’Angelus e, nel pomeriggio, la visita al centro migranti “Giovanni XXIII Peace Lab”, dove il Pontefice incontrerà circa duecento persone, prevalentemente provenienti dall’Africa. “Non ci saranno accortezze speciali, ma quelle che ci sono sempre”, ha ribadito poi Bruni facendo riferimento al dolore al ginocchio che aveva costretto Papa Francesco a cancellare alcuni eventi nelle scorse settimane.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui