Malta, il Papa lo ripete: la guerra in Ucraina è "sacrilega"
Andrea De Angelis - Città del Vaticano
Il Grazzi del Papa al popolo maltese arriva all'Angelus recitato a Floriana, nei pressi de La Valletta, dove alla presenza di 20 mila fedeli Francesco ha celebrato la Santa Messa in questo secondo ed ultimo giorno del suo 36.mo Viaggio Apostolico. Il ringraziamento del Santo Padre va alle autorità, ai sacerdoti, a chi ha lavorato per questa visita, inizialmente prevista nella primavera 2020 e positicipata a causa della pandemia:
Vorrei esprimere la mia riconoscenza al Signor Presidente della Repubblica e alle Autorità, ai miei Fratelli vescovi, a voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose, e a tutti i cittadini e i fedeli di Malta e di Gozo per l’accoglienza e l’affetto ricevuti. Ringrazio anche coloro che hanno lavorato per questa visita e vorrei salutare cordialmente i fratelli e le sorelle di varie confessioni cristiane e religioni che ho incontrato.
La preghiera a Maria per la pace
Il pensiero di Francesco ancora una volta va al conflitto in Ucraina, alla "tragedia umanitaria" di un Paese "martoriato", con la richiesta di non stancarsi di pregare e di aiutare chi soffre a causa di una guerra nuovamente definita "sacrilega" come già fatto la scorsa domenica e quella ancora precedente del 20 marzo.
Il Signore vi accompagni e la Madonna vi custodisca. La preghiamo ora per la pace, pensando alla tragedia umanitaria della martoriata Ucraina, ancora sotto i bombardamenti. Non stanchiamoci di pregare e di aiutare chi soffre. La pace sia con voi!
Innamorarsi di Gesù
Il Papa ricorda che la fede ha bisogno di crescere, di rafforzarsi ed indica nella gioia e nel dono gli strumenti per farlo. Il suo pensiero va alla "catena di santità" che ha portato tanti maltesi a fare della loro vita un dono, citando in particolare san Giorgio Preca, il primo santo maltese nella storia del cattolicesimo:
In queste isole si respira il senso del Popolo di Dio. Andate avanti così, ricordando che la fede cresce nella gioia e si rafforza nel dono. Proseguite la catena di santità che ha portato tanti maltesi a donarsi con entusiasmo a Dio e agli altri. Penso a Dun Ġorġ Preca, canonizzato quindici anni fa. E vorrei infine rivolgere una parola ai giovani, che sono il vostro avvenire. Cari amici, condivido con voi la cosa più bella della vita. Sapete qual è? È la gioia di spendersi nell’amore, che ci fa liberi. Ma questa gioia ha un nome: Gesù. Vi auguro la bellezza di innamorarvi di Gesù, Dio della misericordia, che crede in voi, sogna con voi, ama le vostre vite e non vi deluderà mai.
Per andare avanti, ha aggiunto a braccio Francesco, "non dimenticatevi delle radici. Parlate con i vecchi, parlate con i nonni, parlate con gli anziani".
Il volto luminoso di Malta
Francesco rivela che porterà con sé molti momenti di questo viaggio, conservando nel cuore i volti di tante persone incontrate in queste ore, il "volto luminoso di Malta", come "luminosa" ha definito questa terra nel corso dell'Udienza generale di mercoledì, a pochi giorni dalla partenza per Malta:
Questa sera, dopo aver incontrato diversi fratelli e sorelle migranti, sarà già ora di fare ritorno a Roma, ma porterò con me molti momenti e parole di questi giorni. Soprattutto conserverò nel cuore tanti volti, e il volto luminoso di Malta!
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