Francesco: come fratelli e sorelle salviamo la terra dalla distruzione
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
"Tutti dobbiamo contribuire a fermare la distruzione della nostra casa comune e ripristinare gli spazi naturali: governi, aziende e cittadini dobbiamo agire come fratelli e sorelle che condividono la Terra, la casa comune che Dio ci ha affidato". E' il tweet del Papa sul suo account @Pontifex in occasione dell'Earth Day.
Sono 193 i Paesi che il 22 aprile celebrano la 52ma Giornata Mondiale della Terra delle Nazioni Unite, volta a sensibilizzare alla salvaguardia del pianeta. A promuoverla la ong internazionale Earth Day Network di Washington. Earth Day Italia, la sede italiana, coinvolge persone, associazioni e realtà di ogni tipo perché nasca una nuova coscienza ambientale e vengano avviate azioni concrete per la tutela della Terra. Da tre anni, il 22 aprile, organizza la maratona multimediale #OnePeopleOnePlanet che impegna scuole e giovani, offre testimonianze e propone una staffetta di voci da tutto il mondo. L’evento, pensato per dare un forte messaggio di speranza, coinvolge Vatican Media del Dicastero per la Comunicazione, Rai, Ansa, Radio Italia e numerosi altri partner.
Guardare il mondo con gli occhi di Dio
Papa Francesco si è espresso più volte per l’Earth Day. Nel 2015, al termine dell’udienza generale del 22 aprile, ha esortato “tutti a vedere il mondo con gli occhi di Dio Creatore” aggiungendo che “la terra è l’ambiente da custodire e il giardino da coltivare”. E ha inoltre ammonito: “La relazione degli uomini con la natura non sia guidata dall’avidità, dal manipolare e dallo sfruttare, ma conservi l’armonia divina tra le creature e il creato nella logica del rispetto e della cura, per metterla a servizio dei fratelli, anche delle generazioni future”.
Francesco al “Villaggio per la Terra”
L’anno successivo, il 24 aprile, Francesco si è recato a sorpresa al “Villaggio per la Terra” allestito a Roma, a Villa Borghese, da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari. Nel suo discorso ha elogiato quanti si impegnano a trasformare i deserti in foreste, a portare speranza dove questa non c’è. “Il deserto è brutto, sia quello che è nel cuore di tutti noi, sia quello che è nella città, nelle periferie” ha detto il Pontefice precisando che non si deve “avere paura di andare nel deserto per trasformarlo in foresta; c’è vita esuberante, e si può andare ad asciugare tante lacrime perché tutti possano sorridere”. Francesco ha poi messo in risalto l’importanza del perdono: il rammarico, il risentimento - ha ribadito - ci allontana. Bisogna sempre costruire, nella consapevolezza che tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare, tutti dobbiamo lavorare insieme, rispettarci, e così vedremo questo “miracolo”: di un deserto che diventa foresta.
Un movimento popolare “dal basso” per salvare il pianeta
Il 22 aprile del 2020, in piena pandemia, dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, il Papa ha dedicato l’intera catechesi dell’udienza generale alla 50.ma Giornata Mondiale della Terra ed ha evidenziato che è necessario crescere nella coscienza della cura della casa comune, che è stata inquinata e depredata. Francesco ha inoltre rilevato che soltanto insieme e facendosi carico dei più deboli, “possiamo vincere le sfide globali”, ha poi rimarcato che serve “una conversione ecologica” e “un piano condiviso” per scongiurare il deterioramento della Terra, avendo cura di ogni creatura e nutrendo amore e compassione per gli altri. La terra non è un “deposito di risorse”, ha aggiunto il Papa, ma “per noi credenti il mondo naturale è il ‘Vangelo della Creazione’” precisando che siamo “un’unica famiglia umana interdipendente, fatti di materia terrestre, con il soffio vitale che viene da Dio, e quindi a immagine di Dio”, ma che a causa dell’egoismo, siamo venuti meno a questa responsabilità di “custodi” della terra, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. “Non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene”, ha proseguito Francesco incoraggiando all’impegno, “a organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale” e a “dare vita anche a un movimento popolare ‘dal basso’”.
La pandemia insegna che bisogna agire insieme
Infine, lo scorso anno il Papa ha espresso il suo pensiero sulla necessità di tutelare la Terra in un videomessaggio pronunciato in spagnolo.
“Non abbiamo più tempo per aspettare, lo dimostrano due catastrofi globali: il clima ed il Covid”. Queste le sue parole inviate all'Earth Day live 2021 #Restore Our Earth. Francesco ha anche spiegato che dalla pandemia c’è da apprendere “questa interdipendenza, questo condividere il pianeta”, “che il tempo ci incalza” e che “è il momento di agire” perché “siamo al limite”. Ha inoltre citato un antico detto spagnolo: “Dio perdona sempre, noi uomini perdoniamo di tanto in tanto, la natura non perdona più”. E ha osservato che “quando s’innesca questa distruzione della natura è molto difficile frenarla. Ma siamo ancora in tempo”. Ha esortato inoltre “all’innovazione, all’invenzione, a cercare cammini nuovi” e con uno sguardo alla pandemia ha rilevato: “Da una crisi non si esce uguali, usciamo migliori o peggiori. Questa è la sfida, e se non usciamo migliori percorriamo un cammino di autodistruzione”. E non è mancato l’appello a tutti i leader del mondo “affinché agiscano con coraggio, operino con giustizia e dicano sempre la verità alle persone, perché la gente sappia come proteggersi dalla distruzione del pianeta, come proteggere il pianeta dalla distruzione che molto spesso noi inneschiamo”.
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