Gli anziani, un dono per il futuro dell’umanità
Amedeo Lomonaco – Città del Vaticano
Gli anziani, “mai così numerosi come adesso”, sono visti spesso come “un peso”, soprattutto quando prevale la cultura dello scarto e della produttività. Nella drammatica prima fase della pandemia hanno pagato “il prezzo più alto”. Nei totalitarismi del ventesimo secolo “l’icona dominante” è stata l’esaltazione della giovinezza, unita al disprezzo dei vecchi. La vecchiaia, in realtà, è un dono “per tutte le età della vita”. È lungo queste direttrici che Papa Francesco apre il 23 febbraio 2022 un percorso di catechesi sul senso e sul valore della vecchiaia. Un itinerario scandito dall'esempio di figure bibliche, tra cui Mosè, Eleazaro e Giuditta, che tratteggia un profilo dell'anziano diverso da quello proposto spesso dalla cultura dominante. Quello non solo di una persona fragile, a causa di dure prove come quella della malattia, ma di un testimone insostituibile in grado di trasmettere alle nuove generazioni saggezza, valori, fede.
È importante e bello essere vecchi
Assieme alle migrazioni la vecchiaia, spiega il Pontefice nella catechesi dello scorso 23 febbraio, è tra “le questioni più urgenti che la famiglia umana è chiamata ad affrontare in questo tempo”. L’eterna giovinezza “è un’allucinazione molto pericolosa” ed essere vecchi è “altrettanto importante e bello che essere giovani”.
I ritmi della vecchiaia
Le opportunità legate alla longevità sono il fulcro dell’udienza generale del 2 marzo 2022. “La vecchiaia, certamente, impone ritmi più lenti: ma non sono solo tempi di inerzia. La misura di questi ritmi - spiega Francesco - apre, infatti, per tutti, spazi di senso della vita sconosciuti all’ossessione della velocità”. Il Papa ricorda anche che è indispensabile l’alleanza delle generazioni. È una società “sterile” e “senza futuro” quella dove “i vecchi non parlano con i giovani” e “i giovani non parlano con i vecchi”. "Perdere del tempo" con i propri figli, con i propri nonni e con gli anziani “fortifica la famiglia umana”.
La voce profetica degli anziani
Gli anziani sono una risorsa per i giovani. All’udienza generale del 16 marzo 2022 il Papa sottolinea, in particolare, che la saggezza dei vecchi è una parola profetica “per andare contro la corruzione”. Il mondo ha bisogno di “giovani forti” e di “vecchi saggi”. E gli anziani, ricorda il Pontefice, devono “essere dei profeti contro la corruzione, come Noè è stato il profeta contro la corruzione del suo tempo, perché era l’unico di cui Dio si è fidato”.
Memoria e testimonianza
Il fulcro dell’udienza generale del 23 marzo 2022 è l'esempio di Mosè che, alla fine dei suoi giorni, proclama il nome del Signore trasmettendo alle nuove generazioni l'eredità della sua storia vissuta con Dio. “Mosè vede la storia e trasmette la storia”. I vecchi, aggiunge Francesco, “vedono la storia e trasmettono la storia”. “Una vecchiaia alla quale viene concessa questa lucidità è un dono prezioso per la generazione che deve seguire”.
La fedeltà alla visita di Dio
Il “tenero quadro dipinto dall’evangelista san Luca, che chiama in scena due figure di anziani, Simeone e Anna” è il perno dell’udienza generale del 30 marzo 2022. Da queste due figure di anziani pieni vitalità spirituale “impariamo che la fedeltà dell’attesa affina i sensi”. “La vecchiaia indebolisce, in un modo o nell’altro, la sensibilità del corpo”. “Tuttavia, una vecchiaia che si è esercitata nell’attesa della visita di Dio - afferma Francesco - non perderà il suo passaggio: anzi, sarà anche più pronta a coglierlo, avrà più sensibilità per accogliere il Signore quando passa”.
L’amore per la vita vissuta
All'udienza generale del 20 aprile 2022 Papa Francesco sottolinea che non sempre nelle società c'è l'attenzione a restituire ai nostri vecchi l'amore ricevuto. L’onore per la vita vissuta, “non è una faccenda per vecchi”. Piuttosto “è un’ambizione che renderà splendente la giovinezza che ne eredita le qualità migliori”.
L’alleanza tra generazioni apre il futuro
Nella catechesi dell’udienza generale del 27 aprile 2022 Francesco rilegge il legame biblico tra la giovane vedova Rut e l’anziana suocera Noemi. Si tratta di “un prezioso insegnamento sull’alleanza delle generazioni” con la giovinezza - afferma il Papa - “capace di ridare entusiasmo all’età matura” e la vecchiaia “di riaprire il futuro per la giovinezza ferita”.
La fede non è “cosa da vecchi”
È un personaggio biblico chiamato Eleazaro, di cui riferisce il secondo libro dei Maccabei, il protagonista della riflessione proposta il 4 maggio del 2022 da Papa Francesco. Quella di Eleazaro è la testimonianza dello speciale rapporto che esiste fra la fedeltà dell’onore della fede e la vecchiaia. “L’onore della fede si trova periodicamente sotto la pressione, anche violenta, della cultura dei dominatori, che cerca di svilirla trattandola come un reperto archeologico, o vecchia superstizione, puntiglio anacronistico e così via”. Credere, afferma Francesco, non è una cosa “da vecchi”, ma è cosa di vita.
Una vecchiaia generosa
Il personaggio biblico di Giuditta è un esempio del contributo che le persone avanti negli anni possono offrire alle famiglie e alla società. Papa Francesco lo ricorda nella catechesi dell'11 maggio 20222. L’eroismo, afferma il Santo Padre, “non è soltanto quello dei grandi eventi che cadono sotto i riflettori”, ma è anche quello che “spesso si trova nella tenacia dell’amore riversato in una famiglia difficile e a favore di una comunità minacciata”.
La prova della fede
All’udienza generale del 18 maggio 2022 il Papa presenta la figura di Giobbe che dopo aver perso tutto e protestato contro Dio, capisce che il Signore non è un persecutore ma un Padre tenero. I vecchi, ricorda Francesco, “hanno imparato tanto nella vita, ne hanno passate tante, ma alla fine hanno questa pace, una pace quasi mistica, cioè la pace dell’incontro con Dio”.
Il senso delle cose della vita
Una ragione anaffettiva e irresponsabile sta togliendo oggi senso ed energie alla conoscenza della verità, il pericolo è quello di dare spazio all'indifferenza. Papa Francesco, richiamando le pagine bibliche di Qoelet, lo ricorda all’udienza generale del 25 maggio 2022. La terza età può aprire una nuova strada: “se gli anziani, che hanno ormai visto di tutto, conservano intatta la loro passione per la giustizia, allora c’è speranza per l’amore, e anche per la fede”.
Prendersi cura degli anziani
Dai vecchi impariamo il dono di “abbandonarci alle cure degli altri e di Dio”. Papa Francesco lo sottolinea all’udienza generale del primo giugno 2022 indicando anche la necessità di riformare una civiltà e una politica che emarginano l’età anziana e la malattia. “L’intera società deve affrettarsi a prendersi cura dei suoi vecchi – sono il tesoro! -, sempre più numerosi, e spesso anche più abbandonati”.
Gli anziani camminano verso l’Eterno
Nella catechesi dell’udienza generale dell’8 giugno 2022 il Pontefice, richiamando la figura di Nicodemo, ricorda che la missione dei vecchi è sfatare “l’illusione tecnocratica di una sopravvivenza biologica e robotica” e di aprire “alla tenerezza del grembo creatore e generatore di Dio”. Il vecchio, afferma Francesco, cammina in avanti, verso l’Eterno e si prepara alla “nascita dall’alto”.
I vecchi e la malattia
Il racconto nella versione del vangelo di Marco della guarigione della suocera di Simone, che non è ancora chiamato Pietro, è il fulcro della catechesi del 15 giugno 2022. “La malattia pesa sull’anziano, in modo diverso e nuovo rispetto a quando si è giovani o adulti. È come un colpo duro che si abbatte su un tempo già difficile”. Gesù, ricorda il Papa, non visita da solo quell’anziana donna malata. Ma ci va insieme ai discepoli: “è proprio la comunità cristiana che deve prendersi cura degli anziani: parenti e amici, ma la comunità”.
Seguire sempre Gesù
Nel percorso di catechesi sulla vecchiaia la meditazione del 22 giugno 2022 è incentrata sul dialogo tra Gesù risorto e Pietro al termine del Vangelo di Giovanni. il Pontefice affronta il tema della debolezza senile che porta alla dipendenza dagli altri. “La sequela di Gesù va sempre avanti”, con buona o con non buona salute. Si deve seguire “Gesù sempre, a piedi, di corsa, lentamene, in carrozzina, ma seguirlo sempre”.
“La vita dell’anziano è un congedo, lento, lento, ma un congedo gioioso”. Ed è bello, aggiunge infine Francesco, quando un anziano può dire questo: “Ho vissuto la vita, questa è la mia famiglia; ho vissuto la vita, sono stato un peccatore ma anche ho fatto del bene”. È questa pace che viene. Questo è il congedo dell’anziano.
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