Francesco invoca prosperità per il popolo italiano
Antonella Palermo - Città del Vaticano
Stretti nella pietà, nella mestizia ma anche nei desideri di serenità e nella gratitudine. Sono i sentimenti che si colgono osservando le immagini di una Piazza San Pietro gremita all'inizio del nuovo anno di tantissimi che non hanno voluto mancare al ricordo del Papa emerito Benedetto XVI. Così il mosaico di provenienze era composito: dalle bande musicali della Virginia e dell’Alabama, negli Stati Uniti d’America (il Papa li saluta e ripromette di volerli ascoltare) ai giovani del movimento Regnum Christi (a cui pure va il ringraziamento di Francesco) di vari Paesi d’America e d’Europa. Ci sono i ragazzi e le famiglie della Comunità Cenacolo (Francesco invia una benedizione a Madre Elvira). Ma soprattutto, il grazie di Papa Francesco, dopo la preghiera mariana nella 56ma Giornata mondiale della Pace, va al Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, il quale come consuetudine in questa circostanza ha oggi inviato al Pontefice il suo messaggio.
Un'unica voce è quella che si leva dal Santo Padre e dal Capo dello Stato italiano, una voce che parla della sfida di intraprendere il percorso della costruzione della pace.
Il grazie per la "paterna insistenza" nel dire che nessuno si salva da solo
“Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace”, ha scritto così Mattarella rinnovando l’appello ad affrontare con spirito di fratellanza gli eventi della nostra quotidianità e le sfide – complesse, talvolta drammatiche – del momento attuale e interpella ciascuno. Il Capo dello Stato ha espresso, solidale con il Papa, ricorda con quanta costanza, e "paterna insistenza" il Pontefice ripeta questa urgenza: "Durante i lunghi mesi dell’emergenza sanitaria a tutti è giunta la Sua esortazione a tenere il cuore aperto alla speranza e a respingere la paura, a non abbandonarsi alla rassegnazione o all’indifferenza nei confronti dell’Altro".
Mattarella: tradurre in pratica la rinnovata solidarietà
Mattarella si sofferma sull'aggravamento delle preesistenti crisi politiche e sociali, "rendendo più profondo il solco delle diseguaglianze". E cita gli innumerevoli esempi di solidarietà che, malgrado tutto, la pandemia ha messo in moto. "L’intesa tra istituzioni, corpi intermedi e società civile ha stimolato nel popolo italiano un’eccezionale unità d’intenti, con straordinari risultati a tutela della vita, del benessere e della salute dei cittadini". Poi aggiunge una sottolineatura sulla interconnessione: "Aver toccato con mano la fragilità che contraddistingue la realtà umana e la nostra esistenza personale ha lasciato un insegnamento prezioso: la consapevolezza che abbiamo bisogno tutti gli uni degli altri". E ancoa: "È responsabilità di ciascuno tradurre in pratica questo sentimento di rinnovata solidarietà".
Il capo dello Stato si unisce all'appello del Papa ad essere artigiani di pace
Solidarietà, pace e giustizia: i tre cardini su cui si giocano i destini della coesione sociale. Su quello che Mattarella definisce il "drammatico ritorno della guerra sul continente europeo", le parole usate sono "l’inaccettabile aggressione russa all’Ucraina, con il suo pesante carico di morte e di sofferenze, oltre che di gravissime conseguenze al livello regionale e globale, impone di sostenere quel popolo". Popolo che, ricorda ancora Mattarella, "con sollecitudine pastorale Ella ha definito 'martire'". Il Presidente della Repubblica si unisce "con convinzione" all’appello del Papa "a superare la dimensione dei nostri interessi particolari e ad aprire la nostra visione al bene comune facendoci artigiani di pace".
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