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Palazzi distrutti ad Adiyaman, in Turchia Palazzi distrutti ad Adiyaman, in Turchia 

Il Papa: carità concreta per chi soffre per guerre e terremoti. Vicini alla Nuova Zelanda

Al termine dell'Angelus, Francesco lancia un nuovo appello per le popolazioni di Siria e Turchia devastate dal sisma del 6 febbraio che ha provocato finora oltre 46 mila vittime, ma anche per l'Ucraina e gli altri popoli in guerra o piagati da povertà e "mancanza di libertà". Il Pontefice si dice vicino ai neozelandesi, colpiti dal tornado Gabrielle che ha causato morti, feriti, dispersi ed enormi danni a produzione agricola e infrastrutture

Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano

Sono un abbraccio globale a tutti i popoli che soffrono per conflitti e disastri naturali, per mancanza di mezzi e cibo e per la negazione dei diritti, le parole di Papa Francesco al termine dell'Angelus. Dalla finestra del Palazzo Apostolico, parlando ai 20 mila fedeli riuniti in Piazza San Pietro, il Pontefice posa lo sguardo sulla Siria e la Turchia devastate dal sisma del 6 febbraio, ma anche sull'Ucraina aggredita da un anno e su tutta la gente che soffre nei cinque continenti. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)

L’amore di Gesù ci chiede di lasciarci toccare dalle situazioni di chi è provato. Penso specialmente alla Siria e alla Turchia, alle tantissime vittime del terremoto, ma pure ai drammi quotidiani del caro popolo ucraino e di tanti popoli che soffrono a causa della guerra, a motivo della povertà, della mancanza di libertà, delle devastazioni ambientali. Tanti popoli…

Oltre 46 mila morti per il terremoto

Parole, queste del Papa, che giungono mentre nella Siria settentrionale e nella Turchia sud-orientale si contano oltre 46 mila morti e si registrano nuove scosse di assestamento. Una, di magnitudo 5.1, è stata registrata ieri sera nel distretto di Goksun di Kahramanmaraş. Alle popolazioni dei due territori feriti, il Papa ha voluto mostrare vicinanza concreta inviando aiuti materiali tramite l'elemosiniere pontificio, il cardinale Konrad Krajewski. Sul territorio è invece in missione, da venerdì 17 fino a martedì 21 febbraio, il prefetto del Dicastero per le Chiese Orientali, monsignor Claudio Gugerotti, per esprimere solidarietà a feriti e sfollati ma anche per incontrare i vescovi e gli operatori delle agenzie impegnate negli aiuti. 

Ancora missili in Ucraina

In Ucraina, invece, in un crescendo di tensioni internazionali, si continuano a registrare assalti missilistici sulle città. Uno degli ultimi è l'attacco contro la città di Druzhkivka, nel Donetsk, che ha distrutto almeno due grattacieli. Per il momento, non si ha notizia di vittime.

Combattimenti in Ucraina
Combattimenti in Ucraina

Un pensiero per la Nuova Zelanda

Nel dopo Angelus, il Papa non fa mancare un pensiero alla Nuova Zelanda, messa in ginocchio dal devastante ciclone Gabrielle che ha causato 11 morti, oltre 5 mila feriti e un enorme numero di dispersi.

Sono vicino in tal senso alla popolazione neozelandese, colpita negli ultimi giorni da un devastante ciclone. Fratelli e sorelle, non dimentichiamo chi soffre e facciamo in modo che la nostra carità sia attenta, sia una carità concreta

Danni enormi

Oltre alle perdite umane, il ciclone ha distrutto frutteti, vigneti e colture agricole in alcune delle regioni più produttive della Nuova Zelanda. Le strade sono state danneggiate e migliaia di residenti sono rimasti senza elettricità e acqua. Il governo teme che i danni, ancora da quantificare esattamente, saranno nell’ordine di miliardi. Il ministro delle finanze, Grant Robertson, in un’intervista con i media locali ha dichiarato di attendere cifre comparabili a quelle del terremoto di Christchurch del 2011, costato circa 13 miliardi di dollari neozelandesi. Quasi 7,6 miliardi di euro.

I danni provocati dal ciclone Gabrielle in Nuova Zelanda
I danni provocati dal ciclone Gabrielle in Nuova Zelanda

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19 febbraio 2023, 12:35

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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