La vicinanza del Papa ai drammi in Terra Santa, Ucraina e Burkina Faso
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
L’odio spazzato via dal dialogo in Terra Santa, la vicinanza a chi ha perso tutto in Siria e Turchia, colpite da un devastante sisma, il pensiero al dolore per l’Ucraina sconvolta da un anno di guerra e infine la preoccupazione per l’escalation di violenze in Burkina Faso. Papa Francesco non dimentica, al termine della preghiera mariana, quanto accade nelle aree calde del pianeta. Il primo riferimento va alla Terra Santa, dove mercoledì scorso 22 febbraio, un raid israeliano a Nablus, in Cisgiordania, scattato dopo l'uccisione di un soldato israeliano, ha provocato la morte di 11 palestinesi. (Ascolta il servizio con la voce del Papa)
Giungono ancora notizie dolorose dalla Terra Santa. Tante persone uccise anche bambini. Come fermare questa spirale di violenza? Rinnovo l'appello a far sì che il dialogo prevalga sull'odio e sulla vendetta e prego Dio per i palestinesi e gli israeliani affinché' trovino la strada della fraternità e della pace con l'aiuto della comunità internazionale.
Il cammino di pace in Burkina Faso
Francesco si dice preoccupato per la situazione in Burkina Faso dove continuano gli attacchi terroristici. Nei giorni scorsi un attentato rivendicato dall'Isis ha causato la morte di circa 50 soldati e in una successiva controffensiva aerea, decisa dal governo, sarebbero morti circa 160 terroristi. Il Papa esorta ad andare oltre:
Invito a pregare per la popolazione di quel caro Paese affinché le violenze subite non facciano perdere la fiducia nel cammino della democrazia, della giustizia e della pace.
Il dolore di Ucraina, Siria e Turchia
A un anno dallo scoppio della guerra in Ucraina, ricordato in questi giorni, il Papa invita a non voltarsi dall’altra parte ma a tenere a mente quello che nel Paese si vive, così come in Siria e in Turchia, travolte dal devastante sisma del 6 febbraio.
Non dimentichiamo la tragedia della guerra in Ucraina, un anno è stato fatto di guerra. E non dimentichiamo il dolore del popolo siriano e turco per il terremoto.
Infine Francesco ricorda i 50 anni dalla fondazione dell’AIDO, l'Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule, nata il 26 febbraio 1973 a Bergamo, ringraziandola dell’impegno di solidarietà che mette in campo. “Vi esorto - afferma - a continuare a promuovere la vita attraverso la donazione degli organi”. Poi il saluto, oltre ai pellegrini giunti da diverse parti del mondo, anche a coloro che sono in Piazza San Pietro in occasione della prossima Giornata delle malattie rare di cui soffrono 300 milioni di persone nel mondo.
Rinnovo il mio incoraggiamento alle Associazioni dei malati e dei familiari; non manchi, specialmente ai bambini, la nostra vicinanza per far sentire loro l’amore e la tenerezza di Dio.
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