Francesco: conoscenza e fede per illuminare le tenebre dell'odio
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
Essere “luce gentile” per tanti giovani in un mondo in cui si infittiscono le tenebre dell’odio: luce che è cultura e non esiste per essere vista , ma per far vedere attorno e di più. È l’augurio che Francesco rivolge agli 84 membri dell’università Sulkhan-Saba Orbeliani di Tbilisi, in Georgia, che ha da poco compiuto vent'anni. Il Papa li ha ricevuti nella Sala del Concistoro, nel Palazzo Apostolico vaticano. (ascolta il podcast con la voce del Papa)
Educare è venire alla luce
Il Vescovo di Roma evidenzia come nella lingua georgiana il termine 'educazione', gantleba, derivi dalla parola luce ed evochi il passaggio dall’oscurità dell’ignoranza alla luminosità della conoscenza:
Educare per voi è venire un’altra volta alla luce, è sinonimo di illuminazione. Ciò è significativo, fa pensare a quando si accende una lampada in una stanza buia: non si modifica nulla di quanto c’è, ma cambia l’aspetto di ogni cosa
Cultura e fede
Studio e impegno sono dunque mezzi per giungere a conoscere sé stessi e la conoscenza proposta dall’università Sulkhan-Saba Orbeliani – sottolinea il Papa – si propone di porre al centro la dignità della persona umana. Non a caso, rileva ancora il Pontefice, “in georgiano la radice del termine 'luce' compare sia nella parola educazione che nella parola battesimo, imparentando cultura e fede”: “La cultura georgiana – spiega - invita a tenere accesa la lampada dell’educazione e a tenere aperta la finestra della fede, perché entrambe illuminano le stanze della vita”.
C’è bisogno di questa benefica illuminazione del conoscere, mentre nel mondo si infittiscono le tenebre dell’odio, che spesso provengono dalla dimenticanza e dall’indifferenza. Sì, sono spesso la dimenticanza e l’indifferenza a far apparire tutto scuro e indistinto, mentre la cultura e l’educazione restituiscono la memoria del passato e fanno luce sul presente.
La forza di rialzarsi
La storia della Georgia – aggiunge – racconta tanti passaggi dall’oscurità alla luce: "Il vostro Paese è sempre riuscito a rialzarsi e risplendere, anche quando, più volte lungo i secoli, ha subito invasioni e dominazioni straniere. E penso a quel pezzo di terra che ancora vi è stato tolto”:
Il vostro popolo, gioviale e coraggioso, accogliente e innamorato della vita, ha saputo coltivare, pure nei periodi più bui, un’attitudine positiva proprio grazie alla sua fede e alla sua cultura.
Nel segno della tunica di Cristo
Prezioso in tal senso il ruolo della Chiesa Cattolica, “seme che porta frutto per tutti”. L’educazione secondo Francesco aiuta i giovani a crescere, a scoprire e coltivare le radici più feconde, così che portino fede. La Georgia – nota il Santo Padre ricordando il viaggio apostolico compiuto nel 2016 – è un paese giovane, ma dalla storia antica. Il pensiero va all’incontro con Ilia II, Patriarca di tutta la Georgia:
Un grande! Voi sapete, quando io sono un po’ triste ascolto la sua musica, le sue canzoni: ma, fa bene! Bravo! Uomo di Dio.Porto nel cuore gli incontri che abbiamo avuto, specialmente quello nella Cattedrale Patriarcale, quando siamo stati l’uno a fianco dell’altro nel segno della tunica di Cristo; quella tunica che il Vangelo descrive «tessuta tutta d’un pezzo da cima a fondo» (Gv 19,23) e che, secondo la tradizione, simboleggia l’unità della Chiesa, Corpo di Cristo.
Creare ponti
A riguardo Francesco rimarca come l’università Sulkhan-Saba Orbeliani rappresenti un bell’esempio per la proficua collaborazione tra cattolici e ortodossi in ambito culturale ed educativo. “Creare spazi e ponti per il bene di un Paese, della sua gente – conclude - è inscritto nel nome del vostro Istituto, dedicato al grande Sulkhan-Saba Orbeliani, diplomatico georgiano per eccellenza, persona di notevole cultura e apertura”. “Il tipico umanesimo georgiano, nella sua unicità e bellezza, merita di essere apprezzato altrove, con la sua arte, letteratura, musica e con tante altre espressioni rilevanti, che potranno arricchirsi attraverso il confronto rispettoso con altre culture”.
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