Francesco prega per i migranti morti in un incendio in Messico
Tiziana Campisi - Città del Vaticano
Quando arriva alla sintesi della catechesi in lingua spagnola, durante l'udienza generale, Francesco dedica un pensiero e una preghiera ai migranti rimasti uccisi in “un tragico incendio” verificatosi ieri sera a Ciudad Juárez, in Messico, all'interno di un centro dell'Istituto nazionale per la migrazione. Il Papa, addolorato, ricorda anche i familiari delle vittime e chiede per loro la consolazione di Dio. Il bilancio della tragedia, avvenuta nello Stato settentrionale di Chihuahua, è di 39 morti e 29 ustionati e le cause sono ancora ignote.
Secondo le autorità locali, l'incendio si è sviluppato dopo che un gruppo di circa 71 migranti, fermato nelle strade della città che si trova al confine con gli Stati Uniti, è stato portato nel centro. Il presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, ipotizza che sia stato appiccato dai migranti che protestavano contro la loro imminente deportazione. "Presumiamo che abbiano saputo che sarebbero stati espulsi e che, per protesta, hanno messo dei materassi alla porta del centro di accoglienza e gli hanno dato fuoco” ha detto. L'Istituto guatemalteco delle migrazioni ha informato che almeno 28 dei 39 migranti morti nell'incendio erano cittadini del Guatemala. In un comunicato, l'Istituto nazionale per la migrazione ha reso noto di aver sporto denuncia alle autorità per indagare sull'accaduto nel centro, dove soggiornavano 68 uomini maggiorenni, originari del Centro e Sud America.
Il pensiero per l’Ucraina
E ancora una volta, il Papa non dimentica di rivolgere il suo pensiero all’Ucraina, che da oltre un anno è provata dalla guerra con la Russia, e terminati i saluti nelle varie lingue, dopo aver menzionato alcuni pellegrini italiani presenti all'udienza, chiede di continuare a pregare per il Paese e la sua gente.
Perseveriamo nella preghiera e nella vicinanza alla martoriata Ucraina.
Una particolare richiesta viene indirizzata ai fedeli polacchi. Francesco ricorda che tra pochi giorni “ascolteremo una commovente descrizione della Passione di Cristo” e auspica che questo racconto risvegli nei cuori “il pentimento e l'apertura all'amore di Cristo, che ci ha amato fino alla fine”. Quindi il Papa invita ad abbandonare l'uomo vecchio e a “portare il Signore con rinnovato zelo” e a sostenere ancora i fratelli e le sorelle “sofferenti della martoriata Ucraina”.
Nel Paese proseguono gli scontri e questa mattina, esplosioni sono state udite a Melitopol, nella regione di Zaporizhzhia. Ci sono state interruzioni dell’energia elettrica in alcune aree della città, così come a Semenivka, Tambovka e in villaggi circostanti. Il presidente Volodymyr Zelensky, intanto, ha invitato a Kyiv il presidente cinese Xi Jinping, che ha recentemente fatto visita al presidente russo Vladimir Putin.
La benedizione della missione “Spei Satelles”
Conclusa l’udienza generale, il Papa benedice il nanobook sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020 - che riproduce la pubblicazione curata dalla Libreria Editrice Vaticana - e il piccolo satellite che lo porterà in orbita, grazie alla missione “Spei Satelles”, ideata e organizzata dal Dicastero per la Comunicazione in collaborazione con l’Agenzia Spaziale italiana, il Politecnico di Torino, l’Istituto di Fotonica e nanotecnologie del CNR e ancora l’Apostolato digitale di Torino. Il lancio avverrà il 10 giugno dalla California. L'obiettivo di "Spei Satelles" è fare arrivare messaggi di speranza per tutta l’umanità nello spazio.
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