Il Papa ai cattolici vietnamiti: promuovete il dialogo e generate speranza
Alessandro De Carolis - Città del Vaticano
Il “solco dei buoni rapporti” tra Santa Sede e Vietnam accoglie il seme di un nuovo passo in avanti, che è allo stesso tempo sia emblema dei passi positivi registrati dai due Stati negli ultimi anni sia uno stimolo per i cristiani vietnamiti, chiamati a essere ancor più una luce di Vangelo nella loro società. Francesco coglie l’occasione di un atto ufficiale - l'adozione dell'Accordo tra il governo vietnamita e la Santa Sede sullo Statuto del Rappresentante pontificio residente nel Paese asiatico - per rivolgersi con una lettera alla comunità cattolica del Vietnam, nazione della quale - scrive - “tutti conoscono e apprezzano il coraggio nel lavoro, la tenacia nelle difficoltà, il senso della famiglia e le altre virtù naturali di cui ha saputo dar prova”.
Generare speranza per il Paese
Il Papa parte dall’ultimo incontro, quello con il presidente vietnamita Vo Van Thuong lo scorso 27 luglio in Vaticano, per apprezzare il fatto che il progresso dei rapporti a livello bilaterale e diplomatico sia avvenuto, e possa continuare così in futuro, “riconoscendo le convergenze e rispettando le differenze”. Questo comporta una responsabilità anche per i cattolici del Vietnam i quali, osserva Francesco, realizzano “la propria identità di buoni cristiani e buoni cittadini” sia animando la loro Chiesa, sia diffondendo il Vangelo nella vita quotidiana. Una testimonianza che grazie allo sviluppo di “condizioni favorevoli per l’esercizio della libertà religiosa” può aiutare i fedeli cattolici a “promuovere dialogo e generare speranza per il Paese”.
Ascolto e “concretezza della carità”
Quello di cui c’è più bisogno, indica Francesco - che cita in alcuni passaggi Benedetto XVI e Giovanni XXIII - è “la concretezza della carità”, un aspetto di cui la Chiesa vietnamita, sottolinea, ha dato prova recente durante la pandemia da Covid. I cattolici del Paese, riconosce il Papa, hanno sempre mostrato “di essere lievito della società accompagnandola nel suo sviluppo e contribuendone al progresso da fedeli credenti, responsabili e credibili”. E ora, come indicato dai vescovi nella lettera pastorale di quest’anno, l’invito per loro - e Francesco lo ribadisce - è a partecipare alla vita comunitaria con “l’affetto reciproco, l’ascolto sincero e atti di carità”. Mentre l’auspicio finale del Papa è che la testimonianza “nella vita e nelle relazioni con le Autorità civili e con ogni persona” avvenga “senza distinzione di religione, razza e cultura”.
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