Il Papa ai seminaristi francesi: evangelizzate da preti “con l’odore delle pecore"
Alessandro Di Bussolo - Città del Vaticano
L’unico modo per portare avanti la nuova evangelizzazione, oggi che anche in Francia la figura sacerdotale ha perso per molti “ogni autorità naturale” ed è “addirittura infangata” è l’adozione “di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, pazienza, dolcezza, dono radicale di sé agli altri, semplicità e povertà”. Insomma, con “l’odore delle pecore”. Innumerevoli santi sacerdoti “hanno adottato questo stile in passato, ma oggi è diventato una necessità per evitare di non essere credibili né ascoltati”. Lo scrive Papa Francesco in un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzato ai partecipanti all'incontro di oltre 700 seminaristi e formatori di seminari francesi, riuniti, dopo dieci anni, a Parigi dall'1 al 3 dicembre.
Amate Gesù e vincerete ogni crisi
Per vivere questa esigente, “perfezione sacerdotale, e affrontare le sfide e le tentazioni che incontrerete sulla vostra strada”, c'è - sottolinea il Papa - “una sola soluzione: alimentare una relazione personale, forte, viva e autentica con Gesù”. Amate Gesù più di ogni altra cosa, è il suo consiglio ai seminaristi, “che il suo amore vi basti, e uscirete vittoriosi da tutte le crisi, da tutte le difficoltà”. Nel suo messaggio, il Papa “rende grazie per la chiamata singolare” che il Signore ha rivolto ai giovani seminaristi francesi, e anche “per la risposta coraggiosa che desiderate dare a questa chiamata”. È motivo di ringraziamento, di speranza e di gioia, prosegue, “constatare che molti giovani - e meno giovani - osano ancora, con la generosità e l'audacia della fede, e nonostante i tempi difficili che le nostre Chiese e le nostre società occidentali secolarizzate stanno attraversando, impegnarsi nella sequela del Signore per il suo servizio e per quello dei propri fratelli e sorelle”.
Il celibato al centro della vostra identità, legata a Gesù
Grazie a voi, insiste il Pontefice, “perché donate gioia e speranza alla Chiesa in Francia che vi attende e ha bisogno di voi”. Perché siate ciò che il sacerdote deve essere, partecipe “della autorità con la quale Cristo stesso fa crescere, santifica e governa il proprio corpo”, configurato a Cristo e che quando celebra Messa, rendendone presente il sacrificio, “si offre in unione con Lui sull'altare e vi depone l'offerta di tutto il Popolo di Dio e di ogni fedele”. Al centro della vostra identità, configurata a Gesù, scrive ancora Francesco, “si trova il celibato. Il sacerdote è celibe - e vuole esserlo –semplicemente perché Gesù lo era. L'esigenza del celibato non è anzitutto teologica, ma mistica”.
Le modalità del ministero devono tenere conto della società
Il messaggio a firma di Parolin ricorda che oggi “la figura sacerdotale viene molto spesso distorta in alcuni ambienti, relativizzata, talvolta considerata subalterna”. Ma “non spaventatevi troppo” aggiunge, perché nessuno cambierà mai la natura del sacerdozio, “anche se le modalità del suo esercizio devono necessariamente tener conto delle evoluzioni della società attuale e della situazione di grave crisi vocazionale che stiamo vivendo”. Quindi il Papa sottolinea che per queste evoluzioni, anche in Francia, la Chiesa e la figura del sacerdote, non vengono più riconosciute. Il prete “ha perso agli occhi della maggior parte della gente ogni prestigio” ed è addirittura infangato. Quindi “per trovare ascolto presso le persone che incontriamo” e procedere con “la nuova evangelizzazione richiesta da Papa Francesco, affinché ognuno abbia un incontro personale con Cristo”, l’unico modo è l’adozione di uno stile pastorale di vicinanza, compassione, umiltà, gratuità, semplicità e povertà. Un sacerdote, perciò, che conosca “l'odore delle pecore”, e che cammini con esse, al loro ritmo. È così che il sacerdote “toccherà il cuore dei suoi fedeli, conquisterà la loro fiducia e farà loro incontrare Cristo”.
Santa Teresa del Bambino Gesù, una maestra di vita spirituale
Per questo amare “Gesù più di ogni altra cosa”, è il consiglio del Vescovo di Roma ai seminaristi, vi farà uscire “vittoriosi da tutte le crisi”. Perché se Gesù mi basta, “non ho bisogno di grandi consolazioni nel ministero, né di grandi successi pastorali, né di sentirmi al centro di vaste reti relazionali”. E nemmeno “di affetti disordinati, né di notorietà, né di avere grandi responsabilità, né di fare carriera”, né di essere migliore degli altri. Se, al contrario, “soccombo a una di queste tentazioni o debolezze, è perché Gesù non mi basta e io vengo meno all’amore”. Cari seminaristi, conclude Papa Francesco, “abbiate sempre come prima preoccupazione rispondere” alla chiamata alla comunione di Gesù, e “rafforzare la vostra unione con Colui che si degna di fare di voi degli amici”, che è fedele “e vi renderà felici”. E raccomanda loro, come maestra di vita spirituale, Santa Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo, in questo 150° anniversario della sua nascita. Lei che “respira” costantemente il Nome di Gesù, il suo “unico amore”, vi guiderà “sulla via della fiducia che vi sosterrà ogni giorno e vi farà restare in piedi sotto lo sguardo del Signore quando vi chiamerà a sé”. Il Papa invia la sua benedizione e affida all’intercessione e protezione di "Nostra Signora dell'Assunzione, Patrona della Francia, voi e tutti i membri delle vostre comunità di seminari”.
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