Il Papa: in Terra Santa situazione gravissima, agire per far cessare il conflitto
Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Un nuovo invito a pregare, incessantemente, perché abbia fine il conflitto fra israeliani e palestinesi. Papa Francesco lo rivolge dalla Sala Clementina del Palazzo Apostolico, durante l’udienza ai membri dello Studium Biblicum Franciscanum nato a Gerusalemme cento anni fa.
L’attuale situazione della Terra Santa e dei popoli che la abitano ci coinvolge e ci addolora. È gravissima sotto ogni punto di vista. È gravissima. Io ho ascoltato padre Faltas, le cose che mi ha fatto conoscere, e ogni giorno mi comunico con la parrocchia di Gaza, che soffrono tanto per questa situazione.
Sono solo “due esempi” di ciò che sta accadendo, osserva rattristato Francesco, che ribadisce quanto preoccupanti siano le attuali circostanze.
Questa situazione è gravissima. Dobbiamo pregare e agire senza stancarci perché cessi questa tragedia.
La testimonianza dei francescani in Terra Santa
Ai francescani che gestiscono l'istituzione accademica il Pontefice chiede di continuare ad offrire la loro testimonianza lì dove ha avuto origine il cristianesimo.
Ciò vi sia ancor più di sprone per approfondire le ragioni e la qualità della vostra presenza in quei Luoghi martoriati, la vostra presenza lì, nel martirio di quel popolo, in cui affondano – in questo popolo – le radici della nostra fede.
Lo Studium Biblicum Franciscanum
Lo Studium Biblicum Franciscanum è oggi Facoltà di Scienze Bibliche e Archeologia della Pontificia Università Antonianum di Roma. Parlando dell'ateneo francescano, il Papa coglie l'occasione per fare notare che sono tante le università ecclesiastiche a Roma e che si dovrebbe trovare il modo per far sì che ci sia "unità nei piani di studio". Quanto al polo universitario francescano di Gerusalemme, Francesco evidenzia che, “con la sua Biblioteca ed il Museo, ha dato e continua a dare impulso a importanti scavi archeologici” dai quali sono emersi “preziosi ritrovamenti” e che sua peculiarità è quella “di unire allo studio della Sacra Scrittura la permanenza nei luoghi santi e la ricerca archeologica”.
Finalizzare lo studio della Scrittura al servizio pastorale
Il Papa ricorda, inoltre, che quello dei francescani per i testi biblici è “un amore fondato nella stessa volontà di San Francesco”, che riteneva “la conoscenza della Parola di Dio, e anche il suo studio”, non “questioni di semplice erudizione, ma esperienze di natura sapienziale, che hanno come fine, nella fede, di aiutare gli uomini a vivere meglio il Vangelo e di renderli buoni”. Cosa che anche San Bonaventura da Bagnoregio, discepolo del poverello di Assisi, sottolinea nel Prologo del Breviloquium, affermando “che per accogliere il dono della Parola di Dio è necessario ‘accostarsi con fede semplice al Padre della luce e pregare con cuore umile’” per giungere alla “vera conoscenza di Gesù Cristo”.
In occasione del vostro centenario, vi esorto a non perdere di vista questo tipo di approccio alla Scrittura. Lo studio rigoroso e scientifico delle fonti bibliche, arricchito dalle più aggiornate metodiche e discipline connesse, sia per voi sempre unito al contatto con la vita del santo popolo di Dio e finalizzato al suo servizio pastorale, in armonia e a beneficio del vostro specifico carisma nella Chiesa.
Francesco rimarca che "lo studio, la meditazione, la riflessione della Bibbia e dei testi biblici" sono importanti se inseriti "nel cuore della Chiesa che è il santo popolo fedele di Dio che cammina" e che "fuori del corpo della Chiesa questi studi non servono a niente", perchè ciò che vale "è il cuore della Chiesa".
Far conoscere sempre meglio la Parola di Dio
Infine, a proposito del lavoro dello Studium Biblicum Franciscanum, il Papa ne rileva l'importanza in un tempo in cui Dio “ci chiede di ascoltare e conoscere meglio la sua Parola, per farla risuonare nel mondo in modo sempre più comprensibile”, e incoraggia francescani e studiosi “a continuare a svolgerlo e a qualificarlo nella ricerca, nella docenza e nell’attività archeologica”.
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