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Sinodo, Francesco: vergogna per lo scandalo della divisione tra i cristiani

Alla veglia ecumenica in Vaticano con i partecipanti ai lavori dell'assise, la preghiera animata dalla Comunità di Taizé insieme ai Delegati fraterni delle altre Chiese. Il Papa, che consegna l'omelia, ribadisce che c'è bisogno di una testimonianza comune, già sperimentata purtroppo in molte parti del mondo come "ecumenismo del sangue", più forte di qualsiasi parola. "Questo Sinodo è un’opportunità per superare "i muri che ancora esistono tra noi"

Antonella Palermo - Città del Vaticano

“Il mondo ha bisogno di una testimonianza comune, il mondo ha bisogno che siamo fedeli alla nostra comune missione.”

Nella memoria liturgica di San Giovanni XXIII, che avviò il Concilio Vaticano II l’11 ottobre 1962, evento che ha segnato l’ingresso ufficiale della Chiesa cattolica nel movimento ecumenico, Papa Francesco fa risuonare ancora una volta l'anelito di piena unità tra le confessioni cristiane. Lo fa nel silenzio e nell'omelia consegnata questa sera, non pronunciata, alla fine della veglia ecumenica animata dalla Comunità di Taizé nella piazza dei Protomartiri in Vaticano, insieme ai Delegati fraterni partecipanti al Sinodo sulla sinodalità (che proprio da quel Concilio prende ispirazione), ai fratelli e sorelle delle altre Chiese. 

Un canto corale e un intimo silenzio, nell'anelito della pace

Quattro bambine e una donna con il grande Libro della Parola di Dio, guidano la breve processione con i flambeaux dall'Aula Paolo VI alla piazza dove campeggia un grande crocifisso ligneo di San Damiano. Il calore tipico dei canoni di Taizé crea un'atmosfera di grande, profonda e semplice intimità. Il coro di giovani della Comunità è soave a abbraccia tutti in un anelito di pace. Canto e parole si fondono in un mosaico di voci dal mondo. 

È il cardinale Kurt Koch, prefetto del Dicastero per la promozione dell'Unità dei Cristiani, ad introdurre la veglia ricordando i sessant'anni dalla pubblicazione della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium e del Decreto sull'ecumenismo Unitatis Redintegratio. Da questi due documenti sono tratte le preghiere di lode e di intercessione, affidate a voci delle diverse confessioni e realtà ecumeniche: Patriarcato ecumenico, Battisti, Anglicani, Chiesa greco-ortodossa, Chiesa ortodossa siriaca del Malankara, Luterani, Pentecostali, Chiesa ortodossa di Serbia, Metodisti, Chiesa apostolica Armena, Anabbattisti (Mennonite World Conference), Chiesa ortodossa Rumena, Chiesa cristiana (Discepoli di Cristo), Riformati, Chiesa Copta. La Parola dal Libro del profeta Isaia e cantato il Salmo 122. E poi ancora l'invocazione, dal Vangelo di Giovanni, ad essere "una cosa sola" in Cristo. È una sinfonia di lingue con brevi letture - da parte di cinque donne - in cinese, portoghese, Swahili, arabo, Malayalam cui fa seguito un lungo momento di silenzio. Tra le preghiere di intercessione, quella del Pastore Luca Anziani, che si fa portavoce del desiderio che lo Spirito rinnovi la solidarietà per gli affamati, i malati, i carcerati, i migranti e per tutti coloro che hanno perso la speranza. 

La preghiera ecumenica in Vaticano
La preghiera ecumenica in Vaticano

Vergogna per lo scandalo della divisione tra cristiani

Francesco nell'omelia grida allo scandalo, quello di "non dare insieme la testimonianza al Signore Gesù", quello scandalo che i Padri conciliari erano convinti danneggiasse la predicazione del Vangelo. 

Questo Sinodo è un’opportunità per fare meglio, superando i muri che ancora esistono tra noi. Concentriamoci sul terreno comune del nostro comune Battesimo, che ci spinge a diventare discepoli missionari di Cristo, con una comune missione.

L'ecumenismo del sangue è più forte di qualsiasi parola

Il pensiero del Pontefice va ai tanti cristiani di diverse tradizioni la cui testimonianza è invece pienamente conforme allo stile di Gesù che ha dato la vita per la salvezza e ha lottato contro le tentazioni del divisore. Francesco ricorda che, come la sinodalità, l'unità dei cristiani è necessaria per la missione, missione che in alcuni luoghi del mondo si fa a tal punto ardua che porta al martirio:

[...] danno la vita insieme per la fede in Gesù Cristo, vivendo l’ecumenismo del sangue. La loro testimonianza è più forte di qualsiasi parola, perché l’unità viene dalla Croce del Signore.

L'unità, dono imprevedibile

È sempre lo Spirito Santo che guida verso una maggiore comunione, rimarca il Papa che ricorda come l'unità è un frutto del Cielo, "non della terra", che va al di là di qualsiasi impegno volontaristico da parte dell'uomo, pure indispensabile. È una grazia, insomma. Questo deve alimentare una disponibilità all'affidamento; e qui il Successore di Pietro cita padre Paul Couturier - considerato il pioniere dell'ecumenismo spirituale, l'ispiratore dell'attuale Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani - il quale parlava di dono da implorare “come Cristo vuole” e “con i mezzi che Egli vuole”. 

È un dono di cui non possiamo prevedere i tempi e i modi; dobbiamo riceverlo «senza porre alcun ostacolo alla Provvidenza e senza pregiudicare i futuri suggerimenti dello Spirito Santo», come dice ancora il Decreto conciliare.

Il Papa durante la veglia con i partecipanti al Sinodo
Il Papa durante la veglia con i partecipanti al Sinodo

L'unità, un cammino

La visione di Francesco è sempre dinamica, legata a un processo. È evidente nel passaggio dell'omelia in cui spiega che l'unità - e anche questo è un insegnamento che scaturisce dal sinodo - "matura nel movimento, strada facendo". È il servizio reciproco in uno stile di cooperazione a farla crescere.

L’unione tra i cristiani cresce e matura nel comune pellegrinaggio “al ritmo di Dio”, come i pellegrini di Emmaus accompagnati da Gesù risorto.

L'unità, non frutto di compromessi o equilibrismi

Ricorre il termine "armonia" nel testo del Papa, quell'armonia che peraltro tanto spesso abbiamo ascoltato nei suoi discorsi in occasione del recente viaggio apostolico in Asia e Oceania. L'incoraggiamento è a non lasciarsi bloccare dalle difficoltà che la sfida ecumenica pone e ha sempre posto. Anche qui è lo Spirito "che spinge in un'unità di multicolore diversità". E precisa:

Il Sinodo ci sta aiutando a riscoprire la bellezza della Chiesa nella varietà dei suoi volti. Così l’unità non è uniformità, né frutto di compromessi o di equilibrismi. 

Una supplica universale da parte dei rappresentanti delle diverse Chiese
Una supplica universale da parte dei rappresentanti delle diverse Chiese

La palestinese Karram: imploriamo la pace per chi soffre nei conflitti

Alla supplica corale si uniscono Margaret Karram, presidente del Movimento dei Focolari, e Frère Alois, già priore della Comunità di Taizé. Il Papa chiude l'incontro recitando il Padre Nostro. Margaret Karram, originaria di Haifa, sottolinea ai media vaticani: "In questa veglia ecumenica avevo nel cuore tutte le persone del Medio Oriente che in questo momento stanno soffrendo a motivo dei conflitti con tante sofferenze. Sono sicura che la nostra preghiera, tutti uniti, con Chiese diverse, possa implorare la pace per tutti. Siete nel nostro cuore, noi continuiamo a seminare la pace e a costruire l'unità dappertutto, al di là di tutto". 

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11 ottobre 2024, 20:27