Ep. 4 – “Non possiamo tacere la nostra pena…”
“Noi pensiamo con profonda tristezza a tutti coloro che, nonostante la proclamata fine della guerra, dovranno passare anche quest'anno in terra straniera, la dolce ricorrenza. E mentre vogliamo tributare un giusto riconoscimento ed elogio a quelle autorità e a quelle opere e persone che hanno cercato e cercano di rendere meno dura e lunga la pesante loro condizione, non possiamo tacere la nostra pena quando, oltre alle sofferenze inevitabilmente portate dalla guerra, abbiamo saputo di quelle quasi volutamente inflitte ai prigionieri e ai deportati”. È uno dei passaggi del discorso natalizio del 1945 nel quale Pio XII, a conflitto concluso, rivolge il suo pensiero e la sua preghiera soprattutto ai prigionieri di guerra e ai deportati. Sul rapporto tra Pacelli e gli ebrei negli anni delle persecuzioni naziste, un passo in avanti fondamentale nella ricerca storiografica è stata la recente pubblicazione integrale su internet della serie "Ebrei” conservata presso l'Archivio Storico della sezione Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato vaticana.
Per Matteo Luigi Napolitano, storico e docente all'università degli Studi del Molise, autore del volume “Il secolo di Pio XII. Momenti di storia diplomatica del Novecento” (Luni editrice), la scoperta di questa raccolta di documenti è stata una grande novità e la scelta del Vaticano di mettere a disposizione questa e altre serie sul web è un caso di “vera e propria democrazia archivistica”. “Sono carte - afferma lo storico - che raccontano tante storie personali di ebrei non solo italiani, e che - va sottolineato - non sono solo soltanto ebrei convertiti. Ci sono molti ebrei, che sono proprio ebrei, e chiedono aiuto alla Santa Sede da ogni parte d'Europa per poter in qualche modo sfuggire alla Shoah. Quindi una documentazione di grande rilievo e di straordinario valore”.
Andrea Tornielli, direttore editoriale dei media vaticani, autore di diversi volumi dedicati a Pio XII, ricorda che in quegli anni di feroci persecuzioni anti-ebraiche “la Santa Sede diventa un centro di smistamento di raccolta di dati, di raccolta di informazioni. Importante anche il ruolo che ha la Radio Vaticana per la diffusione degli elenchi di persone disperse, per mantenere i contatti con i familiari. Nel 1952 Papa Pio XII pubblica addirittura una Costituzione apostolica - Exsul Familia - proprio per manifestare la sua vicinanza agli sfollati, agli emigrati, ai rifugiati”.
“Una sana democrazia, fondata sugli immutabili principi della legge naturale e delle verità rivelate, sarà risolutamente contraria a quella corruzione che attribuisce alla legislazione dello Stato un potere senza freni né limiti”. La risoluta condanna dei regimi totalitari è ribadita da Pio XII nel suo radiomessaggio per il Natale del 1944. Una condanna espressa più volte nell’arco del suo pontificato a partire dalla sua prima enciclica Summi pontificatus.
Un’enciclica, ricorda Matteo Napolitano, che suscitò reazioni positive nelle cancellerie straniere. “In Francia, viene accolta benissimo... E in Gran Bretagna in un gabinetto di guerra, addirittura, si parla della Summi pontificatus... Alla Società delle Nazioni, nella sessione in cui l'Unione Sovietica viene espulsa per aver aggredito la Finlandia, il presidente del Consiglio della Società delle Nazioni la definisce un modello di come le relazioni internazionali dovrebbero essere e dei criteri a cui dovrebbero ispirarsi. L'Enciclica di Papa Pacelli fu considerata qualcosa di assolutamente contrario a tutto ciò che il nazismo professava”.
Nell'ultimo episodio del podcast, Andrea Tornielli si sofferma poi sul profilo spirituale, diplomatico e umano di Pio XII. “Non era irruento, - afferma - amava pensare, non era un uomo a cui piaceva prendere decisioni. Certamente si è mosso, pensando e credendo in cuor suo che le scelte che aveva compiuto fossero le scelte migliori per far sì che si potessero aiutare le persone e al tempo stesso non si mettesse a repentaglio la possibilità di continuare ad aiutarle. Il profilo spirituale è sicuramente quello di un uomo che si è totalmente identificato con l'istituzione, e cioè con la Chiesa che serviva. Una totale identificazione che diventava una capacità di lavoro enorme. Dal punto di vista umano anche lì sapeva, identificandosi nell'istituzione, cancellare in qualche modo sé stesso, riceveva i familiari una volta l'anno. Era totalmente proiettato nell'istituzione”.
Sono citati in questo episodio:
Pio XII
Discorso di Pio XII, "Negli ultimi sei anni", 24 dicembre 1945
Radiomessaggio natalizio di Pio XII ai popoli del mondo intero, 24 dicembre 1944
Con la collaborazione dell'Archivio Editoriale Multimediale - Radio Vaticana