Santa Maria Maddalena de' Pazzi
È una Firenze rinascimentale, dominata dalla potente famiglia de’ Medici, quella che fa da sfondo alla nascita di Santa Maria Maddalena de’ Pazzi. Lei, però, l’unica rinascita che auspica è quella della Chiesa e l’unico potere che riconosce è quello dell’amore di Dio. La sua forza è la preghiera: una preghiera fervida e costante che la accompagna per tutta la sua pur breve vita. Nata nel 1566 dalla nobile famiglia fiorentina di Geri de’ Pazzi e battezzata con il nome di Caterina, avverte sin da piccola l’attrazione per il colloquio intimo con Dio. A 16 anni, nel 1582, entra nel Monastero di Santa Maria degli Angeli e prende il nome di Maria Maddalena.
L’intensa stagione mistica
Nei primi anni di vita monastica viene colpita da una malattia che le impedisce di stare coricata, tanto che pronuncia i voti seduta su un letto, appositamente sistemato davanti all’altare della Vergine. Da quel momento in poi, la futura Santa vive un’intensa stagione mistica che le sue consorelle annotano e raccolgono in diversi volumi di manoscritti, tra cui I quaranta giorni datato 1584, I colloqui, e Revelationi e intelligentie del 1585. Nei resoconti, Maria Maddalena esorta a ricambiare l’amore di Cristo per l’uomo, testimoniato dalla Passione. A partire dal 1586, però, la donna prova un’esperienza di forte sofferenza interiore: privata del sentimento della grazia, si sente come “Daniele nella fossa dei leoni”, combattuta tra prove e tentazioni che verranno descritte poi nel volume Probazione.
L’impegno per il rinnovamento della Chiesa
Ma è proprio in questo momento difficile della sua vita che Maria Maddalena avverte l’esigenza di impegnarsi per il rinnovamento della Chiesa avviato dal Concilio di Trento. La religiosa, dunque, scrive diverse lettere al Pontefice Sisto V, ai cardinali, agli arcivescovi tra cui quello di Firenze, Alessandro de’ Medici (futuro Leone XI), ribadendo la necessità della “renovatione della Chiesa”, anche per combattere la “tiepidità” di tanti battezzati. In totale, le missive – dettate nei momenti di estasi e forse mai spedite – sono dodici e in esse Maddalena afferma, con coraggio, di scrivere “per essere sposa e non serva” di Dio, e di agire nell'approfondimento teologale di un’alleanza sponsale con il Signore, ricca di un amore puro e senza alcuna contropartita, come quello del Figlio.
“Venite ad amare l’Amore!”
Nel 1590 si conclude il periodo buio per Maria Maddalena che, con nuove energie, decide di dedicarsi alla formazione delle novizie, diventandone il punto di riferimento. “Venite ad amare l’Amore!”, chiede alle consorelle, esortandole a diffondere l’annuncio dell’amore di Dio per ogni creatura. Poco dopo, però, si ammala gravemente di tubercolosi: per tre anni patisce atroci sofferenze che la costringono a ritirarsi dalla vita attiva della comunità e a immergersi totalmente nel “nudo patire”, per amore di Dio. La morte la coglie il 25 maggio 1607, a soli 41 anni.
La centralità della Trinità
Ma la sua fama di santità si è già sparsa e nemmeno vent’anni dopo, nel 1626, Papa Urbano VIII la proclama Beata. Sarà poi Clemente IX a canonizzarla, il 28 aprile 1669. Oggi le sue spoglie – rimaste incorrotte – riposano nel Monastero a lei dedicato, situato nel quartiere Careggi di Firenze. Alla grande mistica fiorentina si deve la centralità della Trinità nella vita spirituale ed ecclesiale e il vivere l’esperienza interiore come un profondo amore a Dio. Perché, in fondo, Maria Maddalena è stata un’innamorata dell’Amore.