Card. Tauran: superare stereotipi e pregiudizi tra cristiani e musulmani
Adriana Masotti - Città del Vaticano
“Cristiani e musulmani, dobbiamo promuovere il rispetto reciproco, l’obiettività nel parlare e nello scrivere sull’altra religione, la benevolenza, la compassione, la misericordia così centrale nella tradizione islamica e per altro tanto cara a Papa Francesco”. A scrivere così è il card. Jean-Louis Tauran in un messaggio rivolto ai partecipanti al 5° incontro dei delegati nazionali delle Conferenze episcopali europee per il dialogo con l’islam che, su iniziativa del Consiglio delle Conferenze (Ccee), si è aperto oggi pomeriggio a Scutari in Albania.
Fede e spiritualita nelle due religioni
Tema dell’incontro di tre giorni che si è aperto oggi, è: “Fede e Spiritualità nelle relazioni tra Cristiani e Musulmani”. Una scelta di cui il presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso si congratula perché indica la volontà di “guardare l’islam e i musulmani al di là degli stereotipi, nonché dei pregiudizi, dell’immagine sbagliata ad opera di alcuni mezzi di comunicazione , come dal comportamento fanatico e violento di una minoranza di musulmani”.
Necessario il chiaro rifiuto della violenza 'in nome di Dio'
E proprio sulla questione della violenza commessa in nome della religione, nel messaggio letto da mons. Khaled Akasheh, capo dell’ufficio per l’islam del dicastero vaticano, il card. Tauran auspica una “posizione chiara da parte delle autorità religiose musulmane” e da ciascun musulmano, “per scongiurare una ingiusta equiparazione tra islam e violenza”. Il prefetto riconosce infatti che nell’islam ci sono risorse morali e spirituali, molte delle quali condivise da tutte le tre religioni monoteiste.
In Albania l'esempio di buoni rapporti tra cristiani e musulmani
E cita l’Albania come esempio di un Paese dove esistono “rapporti rispettosi e fruttuosi tra cristiani, musulmani sunniti come pure bektashi”, tutti credenti che, nel recente passato, la persecuzione da parte del regime ateo ha reso qui più vicini. Infine, il card. Tauran nel messaggio ricorda “la gloriosa figlia dell’Albania” Madre Teresa di Calcutta che, fedele alle sue radici e al Vangelo, è diventata “sorella e madre” di tutti, “specialmente dei più poveri tra i poveri”.
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