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Card. Sandri alla Divina Liturgia per il Patriarca Sfeir Card. Sandri alla Divina Liturgia per il Patriarca Sfeir 

Card. Sandri: il Patriarca Sfeir, una freccia puntata verso Cristo

Ieri sera presso la Chiesa del Pontificio Collegio Maronita in Urbe è stata celebrata una Divina Liturgia in suffragio del cardinale Nasrallah Boutros Sfeir, Patriarca emerito di Antiochia dei Maroniti, scomparso lo scorso 12 maggio

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Capace di parlare a tutti, punto di riferimento prima con le parole poi con la vita vissuta nell’umiltà e nella semplicità”: così ha tratteggiato la figura del Patriarca Sfeir, il cardinale Leonardo Sandri, Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, nel suo indirizzo di saluto al termine della Divina Liturgia celebrata ieri sera presso la Chiesa del Pontificio Collegio Maronita in Urbe, a distanza di due settimane dalla sua scomparsa.

Una vita fondata sulla roccia che è Cristo

L’esistenza del Patriarca emerito di Antiochia dei Maroniti, il cardinale Nasrallah Boutros Sfeir, è stata per il card. Sandri “una freccia puntata a Colui che è la Roccia sui cui fondare la vita di una persona, di una famiglia, di una comunità religiosa, di una Chiesa e di una Patria: Cristo Signore”. Il porporato ha messo in luce la predisposizione di Sfeir ad essere “il servo di tutti” e, citando le parole di San Giovanni Paolo II sulla figura del Patriarca – “padre della sua Chiesa, responsabile del suo rinnovamento” –, il card. Sandri ha ricordato come lui sia stato per molti un Pastore, una guida che non ha mai avuto paura di dire una parola chiara e forte per l’intero popolo.  

Pilastro della nazione libanese

A presiedere la Divina Liturgia mons. Francois Zaki Eid, Procuratore del Patriarca Maronita presso la Santa Sede, che nella sua omelia ha evidenziato tre caratteristiche del card. Sfeir: “icona di esemplarità sacerdotale, episcopale e patriarcale; uomo di Dio con la sua umiltà; pilastro della nazione libanese”. Ricordando la guerra in Libano, mons. Francois Zaki Eid ha parlato del costante interesse di Giovanni Paolo II per le sorti del Paese. “Il Libano – ha affermato – fu salvato e tutti, cristiani e musulmani, si sono radunati attorno al Patriarca che divenne l’unico punto di riferimento dei libanesi perché a nome di tutti lottò e riuscì a liberare il suolo nazionale da ogni occupazione e presenza militare straniera”.

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26 maggio 2019, 11:38