Preseminario S. Pio X: sui presunti abusi sentiti Lanzani e un altro testimone
Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano
Si è tenuta questa mattina, presso il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, l’ottava udienza del processo per presunti abusi sessuali nel quale sono imputati don Gabriele Martinelli, 28 anni, e l’ex rettore del Preseminario San Pio X, don Enrico Radice, oggi 71 enne, entrambi incardinati nella diocesi di Como, che, già interrogati in aula, hanno negato ogni addebito. Nel corso dell’udienza, durata tre ore e mezza, dalle 10.35 alle 14.05, sono stati sentiti monsignor Vittorio Lanzani, delegato della Fabbrica di san Pietro, e un testimone, K.J., che accusa Martinelli e Radice. I due imputati erano entrambi presenti in aula.
Rigettata l’istanza di citazione della Diocesi di Como
All’inizio dell’udienza, il presidente del Tribunale Giuseppe Pignatone ha comunicato il rigetto dell’istanza della parte civile, la presunta vittima L.G., per la citazione in giudizio della Diocesi di Como, per responsabilità civile nell’accaduto. Nel porre poi le domande a monsignor Lanzani, Pignatone ha detto che “E’ un fatto oggettivo che i rapporti – volontari o subiti – ci sono stati, anche se l’imputato (Martinelli, n.d.r.) nega”.
Monsignor Lanzani: don Radice “zelante ma accentratore”
Monsignor Lanzani, 69 anni, incaricato dal 2006 dall’allora arciprete della Basilica Vaticana, il cardinal Angelo Comastri, di tenere i contatti con il Preseminario per l’attività liturgica dei giovani allievi, chierichetti in Basilica, ha confermato quanto dichiarato al promotore di giustizia in fase istruttoria. In particolare sulla gestione dell’istituto, che si trova a due passi dalla Basilica e dove va ancora oggi quasi ogni giorno a pranzo, ha dichiarato che quella di don Radice, “sacerdote zelante”, era “eccessivamente personalistica” e “accentrata”, non condividendo con gli altri sacerdoti dell’equipe educativa “le sue scelte”.
Martinelli “molto attivo” ma “dispotico” con gli altri ragazzi
Il giovane Martinelli, per Lanzani, era una figura, “molto attiva e a volte invadente”, che tendeva a sovrastare gli altri studenti, “in modo dispotico”, ma “godeva di ampio credito da parte di Radice”, suscitando malcontenti e invidie tra gli altri ragazzi. Nell’autunno del 2013 lo studente K.J. gli riferisce delle “attività sessuali”, ma non violenze, a suo dire, tra allievi nel Preseminario, e monsignor Lanzani gli chiede di parlarne anche al cardinal Comastri, che incontrerà K.J. due volte, il 6 e il 9 giugno 2014. Il delegato della Fabbrica di san Pietro conferma di aver parlato anche con la presunta vittima, L.G., “molto timido nel riferire di questi argomenti” e di aver indirizzato anche questi al cardinal Comastri. Dopo questi colloqui, davanti a monsignor Lanzani, il vicario del Papa per la Città del Vaticano avrebbe chiamato l’allora sostituto alla Segreteria di Stato, l’ex cardinale Angelo Becciu, chiedendo di allontanare Martinelli e sostituire il rettore Radice, e invitato il vescovo di Como, monsignor Diego Coletti, di aprire un’inchiesta.
K.J, il giovane allievo e la mail al vescovo di Como
Dopo un’ora è stato sentito l’ex allievo K.J., oggi 25 enne studente universitario, di origine polacca. Il presidente Pignatone ha letto in aula la lunga e dettagliata email scritta dal giovane a fine giugno 2014, poco dopo essere stato allontanato dal Preseminario dal rettore Radice, all’allora vescovo di Como Coletti. K.J lamentava di essere vittima di ingiustizia, raccontando di essere stato espulso alla fine del suo quarto anno di liceo classico (che frequentava al Liceo pontificio Sant’Apollinare), a giugno 2014, dopo aver parlato con Lanzani e Comastri degli abusi sessuali che Martinelli infliggeva a L.G..
Testimone dei presunti abusi avvenuti vicino a lui
Il giovane polacco scriveva della consensualità dei rapporti tra Martinelli e L.G., ma nel corso dell’udienza più volte ha detto di essersi sbagliato, attribuendo la responsabilità di attenzioni insistenti al primo. Nel settembre 2011, messo in camera con L.G., denunciava (confermando anche in aula) di aver assistito, facendo finta di dormire, agli assalti di Martinelli, che entrava in camera intorno alle 23, tre o quattro volte a settimana.
“Fame di giustizia” o “desiderio di vendetta”?
Gli avvocati difensori di Martinelli e Radice, con le loro domande, hanno suggerito che quella di K.J. nel denunciare i presunti abusi non fosse, come da lui dichiarato, “fame di verità e giustizia”, ma desiderio di vendetta verso Radice e il Preseminario. La legale di don Martinelli ha parlato di “rapporti consenzienti”, ma K.J. ha negato questa possibilità, precisando che se fossero stati tali “li avrebbero consumati altrove”.
Prossima udienza il 14 aprile
La prossima udienza è fissata per il 14 aprile alle 14, per ascoltare, come testimoni, don Angelo Magistrelli, attuale rettore del Preseminario e all’epoca dei fatti (come oggi) responsabile dell’Opera don Folci che gestisce l’istituto, don Enzo Pacelli, preside del Liceo pontificio sant’Apollinare e don Luigi Portarulo, ex allievo del Preseminario.
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