Processo vaticano, rigettate le eccezioni delle difese: si va avanti con altri testi
Barbara Castelli - Città del Vaticano
Rigettate le “eccezioni formulate dalle difese degli imputati in ordine alla asserita nullità delle modifiche alle imputazioni prospettate dal Promotore di Giustizia con atto depositato all’udienza del 30 marzo 2023”. Lo ha stabilito oggi il Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, con un’ordinanza nella quale si stabilisce di “procedere oltre”. Accolte le inedite contestazioni, di corruzione e autoriciclaggio, integrate in alcuni aspetti, Alessandro Diddi ha, inoltre, presentato un’ulteriore lista di testi, tra cui figurano i cardinali Leonardo Sandri e Fernando Filoni, chiamati entrambi, in passato, a ricoprire il ruolo di sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato. In particolare, il prefetto emerito del Dicastero per le Chiese Orientali sarà nell’Aula polifunzionale dei Musei Vaticani il prossimo 11 maggio, alle 16.
Aggiornata l’agenda del processo sui fatti di Londra
Il presidente del Tribunale, Giuseppe Pignatone, ha poi indicato nel 4 maggio il termine ultimo per il deposito in Cancelleria di ogni eventuale richiesta di prova in ordine alle nuove contestazioni; e nel 15 maggio per la consegna di aggiuntive consulenze tecniche. Alla prossima udienza è stato nuovamente convocato don Mario Curzu, direttore della Caritas di Ozieri. Disposto in agenda un ulteriore appuntamento, il 12 maggio.
Conclusa l’escussione del teste Giulio Corrado
Nel corso della cinquantaseiesima udienza del processo sugli investimenti finanziari della Segreteria di Stato a Londra, è stato anche ultimato l’interrogatorio del teste Giulio Corrado, dipendente della WRM Group, convocato dagli avvocati della difesa di Raffaele Mincione. Le domande sono state proposte dal Promotore di Giustizia, Alessandro Diddi, e dagli avvocati di parte civile Elisa Scaroina, per la Segreteria di Stato, e Roberto Lipari, per l’Istituto per le Opere di Religione; oltre che dall’avvocato Luigi Panella, per la difesa di Enrico Crasso. L’antico magazzino di Harrods, eretto nel 1911 nel quartiere di Chelsea, è stato analizzato, ancora una volta, attraverso le società proprietarie, quelle demandate alla gestione, quelle che hanno finanziato o rifinanziato i debiti, passando anche attraverso le aspirazioni residenziali dell’investimento contenute del planning permission, che venne accordato alla fine del 2016. In particolare, il teste ha chiarito che l’autorizzazione amministrativa contemplava oltre trenta condizioni sospensive e che WRM Group aveva intenzione di implementare il permesso attraverso la demolizione parziale del quarto piano, in modo da mantenere in essere i canoni degli affittuari degli altri piani.
Tra gli altri aspetti approfonditi, si è ulteriormente parlato del mutuo da oltre 120 milioni di sterline con il fondo Cheyne Capital, degli asset dell’Athena Capital Commodities Fund, poi Athena Global Opportunities Capital Fund, facente capo all’imprenditore Raffaele Mincione, e della trattativa condotta a Londra da Gianluigi Torzi.
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