Baggio: una governance globale per rendere le migrazioni una libera scelta
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Il diritto a rimanere è precedente, più profondo e più ampio del diritto ad emigrare. Ad illustrare nella Sala Stampa della Santa Sede il messaggio di Papa Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato è stato padre Fabio Baggio, sotto-Segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale con la responsabilità della Sezione Migranti e Rifugiati e dei Progetti speciali. Il sacerdote ha focalizzato l’attenzione su quello che è “un diritto non ancora codificato a livello internazionale: il diritto a non dover emigrare, a poter rimanere nella propria terra”.
Obiettivo a lungo termine
Ma “fare di tutte le migrazioni una scelta libera è, senza dubbio, un obiettivo a lungo termine. I cambiamenti necessari richiedono molto tempo”. Per questo motivo secondo padre Baggio “dobbiamo aspettarci ancora flussi migratori ingenti” ed “è necessario impegnarsi a sviluppare una governance globale, con azioni efficaci, adeguate e lungimiranti, che puntino al bene di tutte le persone coinvolte”. Sulla necessità espressa da Francesco di un’informazione pre-partenza da fornire a chi decide di mettersi in viaggio, padre Baggio ha messo in luce il lavoro straordinario portato avanti da tante chiese locali nel mondo. L’intenzione del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale è quella di presentare presto sul proprio sito “tanti esempi di buone pratiche”.
Prepararsi prima di partire
Particolarmente toccante la testimonianza di Dullal Ghosh, migrante proveniente dal Bangladesh, da dieci anni in Italia ha rivolto un consiglio a tutti coloro che desiderano migrare: “Prima di partire serve prepararsi: sono molto importanti la lingua, i documenti e sapere come trovare lavoro, perché quando sono venuto in Italia ho avuto grandi difficoltà”. Dullal, un primogenito, di religione indù, è partito spinto dal dovere di aiutare economicamente la sua famiglia. “Non avevo scelta. A Roma vendevo fazzoletti e accendini al semaforo”, ha raccontato. Quindi l’incontro con un sacerdote che lo ha avvicinato alla Cooperativa Sophia – Impresa Sociale di cui oggi fa parte. “ Il mio primo lavoro con lui è stato sistemare cartelline. Mi hanno aiutato a trovare una casa-famiglia, avere i documenti, trovare la scuola per imparare l'italiano e prendere il diploma di terza media. Loro mi hanno dato una grande mano; l'altra mano l'ho messa io: forza, pazienza, fiducia e coraggio”.
Creare ponti
La sua storia oggi è narrata in un libro che costituisce la struttura di un progetto destinato alle scuole e finalizzato a creare un ponte tra giovani italiani e migranti. “Con la Cooperativa Sophia - ha proseguito - portiamo il progetto Educare Senza Confini anche nelle scuole del Senegal, per dare le giuste informazioni, così che la migrazione sia, come dice Papa Francesco nel suo Messaggio, informata e ponderata onde evitare che tanti uomini, donne e bambini cadano vittime di rischiose illusioni o di trafficanti senza scrupoli”.
Informazione e sensibilizzazione
"E’ importante – ha concluso Dullal - sapere la verità prima di partire e scegliere bene”. A questo scopo opera il VIS, volontariato Internazionale per lo Sviluppo che, dal 2015, porta avanti campagne di informazione e di sensibilizzazione sui rischi delle migrazioni irregolari, sui diritti umani di chi sceglie comunque di partire e sulle opportunità di formazione e inserimento professionale per chi decide di restare. Ne ha parlato la direttrice generale Chiara Lombardi. Presente in 13 Paesi di Africa, Medio Oriente ed Europa, il VIS ha come focus principale l’educazione e la formazione professionale. "In ogni giovane in situazione di strada o in condizioni di vulnerabilità - ha detto Lombardi - incontriamo innanzitutto persone con la legittima volontà di realizzare se stesse”.
Sviluppo umano e migrazioni
“Le migrazioni – ha proseguito la direttrice generale - sono un fenomeno che da sempre caratterizza la storia dell’umanità ed esistono innegabili connessioni tra lo sviluppo umano e le migrazioni. C’è una condizione fondamentale che comunque va garantita e ce la ricorda Papa Francesco nel suo Messaggio: migrare non deve essere una scelta forzata dagli eventi, ma una scelta libera e consapevole, accompagnata e guidata da percorsi regolari e da istituzioni responsabili. Ognuno di noi può fare la sua parte affinché tutti possano realmente essere “liberi di scegliere se migrare o restare”.
Cooperare come unica famiglia umana
Secondo Chiara Lombardi “sono ancora troppe le persone che vedono i loro progetti migratori infrangersi nelle mani dei trafficanti”. Questa constatazione anima l’impegno del VIS finalizzato anche a sensibilizzare le comunità di accoglienza in Italia “al fine di cooperare tutti insieme come unica famiglia umana, per garantire la partecipazione di tutti i popoli ai beni della nostra casa comune, il pieno rispetto dei diritti umani e la promozione di uno sviluppo che sia davvero autentico e integrale”.
Francesco, il fuoco dello Spirito in un mondo a pezzi
Da parte sua, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Ionio, ha rimarcato “l’impatto politico, economico, culturale, affettivo, spirituale che riguarda tutti e ciascuno”, presente nelle messaggio di Papa Francesco. In qualità di vice – presidente dei vescovi italiani ha inoltre menzionato la campagna Cei “Liberi di partire, liberi di restare”, richiamata nel messaggio del Papa, grazie alla quale hanno preso forma numerosi progetti solidali, sia in Paesi esteri che in diocesi italiane promotrici di accoglienza. “In un mondo a pezzi noi avvertiamo più che mai, nell’energia di Papa Francesco - ha affermato - il vento e il fuoco dello Spirito Santo”.
La terra è di tutti
Quindi il presule ha ricordato che l’Italia è un “Paese non solo di accoglienza, ma anche di partenza” dove "ogni anno sono più gli italiani che partono dei migranti che arrivano”. “La terra è di tutti”, ha quindi detto. “Ogni confine è artificiale e deve restare permeabile. Basta con un mondo di fili spinati e di muri!”. “Andare altrove – ha aggiunto - può essere di grande arricchimento, per chi parte e persino per chi lascia andare, può rappresentare un’apertura, uno scambio, l’inizio di quel meticciato fra culture che ha sempre riaperto, nella storia, società altrimenti chiuse e decadenti”. Il pensiero di monsignor Savino è andato in particolare alla strage di Cutro e al “naufragio dell’umanità davanti a tante vittime. I migranti che incontro, che siano calabresi in partenza o fratelli e sorelle in arrivo da luoghi di povertà e disperazione, portano nella propria carne i segni di quanto Papa Francesco ci ha scritto. È in loro nome che vi prego: prendiamo sul serio come Chiesa e come società civile questa visione che è insieme laica ed evangelica. È cattolica, perché liberante e perché inclusiva”.
Integrazione è segno di civiltà
Rispetto alla situazione italiana, interpellato dai giornalisti, il vescovo ha ribadito la volontà di non entrare nel merito delle scelte autonome della politica, ma ha espresso perplessità su alcune disposizioni governative: “La politica deve andare oltre certe appartenenze ideologiche: gli immigrati non sono un problema, ma una risorsa” Si è quindi detto dubbioso circa l’approccio adottato per quanto riguarda la “protezione speciale” nei confronti dei rifugiati. "Il fenomeno migratorio è un’emergenza?” ha chiesto, “non è forse giunta l’ora di rivedere la legge Bossi- Fini?”, mettendo quindi in luce quanto espresso da Papa Francesco che “con atteggiamento mistico e profetico parla di integrazione, accompagnamento, accoglienza. L’integrazione è segno di civiltà e democrazia matura”.
Una campagna per comprendere il messaggio del Papa
La conferenza stampa ha fornito anche l’occasione per presentare il primo video di una campagna di comunicazione finalizzata a favorire una comprensione approfondita del tema del messaggio del Papa, organizzata dal Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale.
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