I Musei Vaticani celebrano Nogara e Biagetti, innovarono le collezioni pontificie
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Uno spaccato istituzionale dei Musei Vaticani di 100 anni fa. Il Direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta definisce così la conferenza con cui oggi si apre la stagione 2024 dei Giovedì dei Musei. È dedicata a due figure senza le quali oggi le collezioni pontificie non sarebbero ciò che sono. “Bartolomeo Nogara e Biagio Biagetti a servizio della Santa Sede. Uno sguardo al passato attraverso le carte d’archivio” è il tema dell’incontro che è possibile seguire anche sul canale Youtube dei Musei Vaticani . “Nogara e Biagetti – precisa Barbara Jatta - sono due figure determinanti di tanti aspetti di modernizzazione e sviluppo della contemporaneità dei nostri Musei".
Artefici di un nuovo museo
Bartolomeo Nogara fu Direttore Generale dei Musei e delle Gallerie Pontificie dal 1920 al 19 giugno 1954, giorno della sua morte. Biagio Biagetti fu chiamato a quasi un anno di distanza dal primo, a rivestire invece il ruolo, fino al 1945, di Direttore Artistico per le pitture dei Sacri Palazzi Apostolici, fondando nel 1923 il Laboratorio di Restauro Dipinti e Materiali lignei dei Musei Vaticani.
Le spiccate doti umane e dirigenziali di Bartolomeo Nogara, studioso di fama internazionale, archeologo ed etruscologo, e il rigore scientifico e lungimirante di Biagio Biagetti nel campo del restauro hanno caratterizzato e dato vita a un nuovo museo che, partendo da un impianto ottocentesco e attraversando uno dei periodi più travagliati della storia europea, si è evoluto in un’istituzione moderna, aperta al confronto internazionale e protesa all’accoglienza di studiosi e visitatori.
Una moderna idea di restauro
Entrambi servirono tre pontefici: Benedetto XV, Pio XI e Pio XII. “Nogara – evidenzia Barbara Jatta – fu al servizio di Papa Pio XI, sia prima che dopo i Trattati Lateranensi e l’istituzione dello Stato Vaticano del 1929. È l'artefice del grande rinnovamento dei Musei Vaticani: l’apertura al mondo, la nuova Pinacoteca, una nuova concezione dei Musei Vaticani grazie alla visione universale di Papa Ratti. Fu anche attento al restauro e alla conservazione e da questo punto di vista si lega alla seconda figura che celebriamo: Biagio Biagetti. Riprende una tradizione plurisecolare vaticana nella preservazione della memoria delle opere d'arte e istituisce i Laboratori di restauro ed il Gabinetto di Ricerche Scientifiche, determinante per operare bene nel campo della conservazione restauro".
"Il suo braccio operativo - prosegue il Direttore dei Musei Vaticani - è Biagio Biagetti che lo supporta: una figura straordinaria di artista - restauratore, come i restauratori sono stati per secoli, ma con una visione moderna del concetto di restauro che quindi si sposa perfettamente con la politica di Nogara e con la visione di Pio XI. Lui è stato direttore artistico, così si chiamava all'epoca, era una figura a cavallo tra uno storico dell'arte e un restauratore".
Possiamo dire che i Musei Vaticani oggi non sarebbero quello che sono, senza l'apporto di Bartolomeo Nogara e di Biagio Biagetti?
Sì, non c'è dubbio, ed è il motivo per cui li celebriamo. Questo trio – Pio XI, Nogara e Biagetti - crea i musei Vaticani in chiave moderna quali oggi noi li abbiamo ereditati. Grazie alla generosità delle due famiglie, la famiglia Biagetti e la famiglia Nogara, noi abbiamo acquisito i loro archivi personali, i loro diari. Sappiamo bene quale sia l'importanza dei diari, soprattutto per le generazioni che ci hanno preceduto. Oggi nell'epoca digitale siamo forse più distratti. Vedremo cosa rimarrà della nostra memoria: forse tanti WhatsApp o tanti file digitali. Questi preziosissimi taccuini e agende della quotidianità del lavoro di questi due giganti della nostra istituzione sono stati acquisiti negli ultimi anni e sono stati oggetto di studio e analisi.
Divulgare e condividere
Dall’analisi dei documenti d’archivio nasce l’iniziativa di organizzare questo pomeriggio alle 16:00 nella Sala Conferenze dei Musei Vaticani un appunatamento dedicato a Biagetti e Nogara. “Divulgare e condividere due figure così importanti che sono un modello non solo per i Musei Vaticani, ma anche per i musei internazionali – conclude Barbara Jatta - aiuta a lavorare meglio”.
Ad avvicendarsi al tavolo dell’odierno “Giovedì dei Musei”: Marta Bezzini e Silvia Milana, rispettivamente responsabile e assistente dell’Archivio Storico dei Musei Vaticani; Luca Carboni, Archivista dell’Archivio Apostolico Vaticano; Simona Turriziani, responsabile dell’Archivio Storico della Fabbrica di San Pietro e Rita Pezzola, cancelliere dell’Istituto Lombardo Accademia di Scienze e Lettere di Milano.
“Era imprescindibile – spiega Marta Bezzini - coinvolgere anche le istituzioni e gli archivi che, come noi custodiscono la memoria di due personaggi che hanno dato tanto all'istituzione e che insieme, fianco a fianco, hanno ideato e disegnato un nuovo museo. È un confronto fruttuoso che sicuramente porterà in futuro nuove collaborazioni e progetti condivisi.
Perché una lettura delle due figure di Bartolomeo Nogara e Biagio Biagetti, attraverso le fonti d'archivio?
Bartolomeo Nogara e Biagio Biagetti, hanno dimostrato per primi una profonda consapevolezza del valore della documentazione d'archivio e una consapevolezza dell'Archivio come fonte inesauribile e imprescindibile per ogni ricerca scientifica, ma anche come luogo a cui affidare la memoria della propria attività e dell'istituzione. Per questa ragione a Bartolomeo Nogara e a Biagio Biagetti dobbiamo molto dell'organizzazione delle carte che sono giunte fino a noi e che testimoniano il valore da loro attribuito a questi documenti.
C’è un aneddoto nei documenti d’archivio che testimonia questa consapevolezza?
Un episodio narrato da Biagetti nei suoi diari riguarda ad esempio una visita di Papa Pio XI nel 1935 ai magazzini e ai Laboratori di restauro. Il Pontefice accolto da Bartolomeo Nogara visita i Laboratori e ascolta una lunga descrizione dell'attività dei restauratori guidati da Biagetti. Quest'ultimo, Direttore artistico per le pitture e fondatore e ideatore dei laboratori, cita nelle pagine del suo diario la descrizione dettagliata fornita al Pontefice sull'archivio, sul funzionamento e sull'importanza dell'archivio dei laboratori. Infatti a Biagetti non si devono soltanto i Laboratori di restauro interni e la loro ideazione e nascita, ma contestualmente un archivio della documentazione di restauro da loro prodotta, che si mantiene tuttora. Questa mantiene l'organizzazione archivistica e l'ordinamento archivistico assegnato alle carte dallo stesso Biagetti.
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