De Nonno: dal Papa un elogio del latino, lingua della memoria
Fabio Colagrande – Città del Vaticano
“Appare urgente sostenere l’impegno per una maggiore conoscenza e un più competente uso della lingua latina, tanto nell’ambito ecclesiale, quanto nel più vasto mondo della cultura”. Con questa motivazione, nel novembre del 2012, Benedetto XVI istituiva – con il Motu Proprio Latina Lingua - la Pontificia Academia Latinitatis, ribadendo quella sollecitudine per la promozione e la diffusione della lingua latina, “capace di trasmettere universalmente il messaggio del Vangelo”, già affermata da Giovanni XXIII, poco prima dell’apertura del Concilio, nella Veterum sapientia.
I premiati dalla Pontificia Accademia di Latinità
Nel solco di queste pagine del Magistero si possono leggere le recenti parole di Papa Francesco che ha definito il latino “un tesoro di sapere e di pensiero”, che “rappresenta le radici della civiltà occidentale e, in molti modi, la nostra stessa identità”. Il Pontefice si è espresso così in un Messaggio pubblicato in occasione del conferimento del “Premio Accademie Pontificie 2023”, organizzato proprio dalla Pontificia Academia Latinitatis con lo scopo di “promuovere e sviluppare l’umanesimo cristiano”. In una cerimonia svoltasi presso il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, il 24 ottobre 2024, il Prefetto, cardinale José Tolentino de Mendonça, ha letto il testo di Francesco e consegnato le Medaglie d’oro del Pontificato ai vincitori. Primo premio per il dott. Enrico Piergiacomi, ricercatore di Storia della filosofia presso il “Technion – Israel Institute of Technology” di Haifa, che - si legge nelle motivazioni - “nel suo lavoro ha promosso l’applicazione dei valori umanistici alle sfide attuali”, analizzando, tra l’altro, “come il pensiero matematico di Leonardo da Vinci sia influenzato dalla tradizione classica”. Secondo premio al lavoro dei collaboratori all’edizione nazionale dell’“Opera Mathematica” di Francesco Maurolico, sacerdote umanista del XVI secolo, svolto sotto la direzione del professore Daniele Napolitani presso l’Università degli Studi di Pisa.
Lingua della storia
Il professor Mario De Nonno, Presidente della Pontificia Accademia Latinitatis, e ordinario di Lingua e Letteratura latina presso l'Università Roma Tre, commenta con orgoglio e soddisfazione, ai microfoni dei media vaticani, le parole di Papa Francesco sul valore attuale della lingua latina. “Come sottolinea il Santo Padre - spiega - il latino è un tesoro di sapere e di pensiero nella misura in cui è una chiave per accedere ai testi classici, intendendo non solo i classici pagani, ma anche quelli cristiani che hanno forgiato il nostro mondo. Dunque, una lingua che abbraccia la filosofia, la scienza, l'arte e la politica”. “Mi pare di poter leggere in questo apprezzamento del Papa - continua il professore - essenzialmente il valore del latino come lingua della storia, come lingua della memoria. Una memoria nella quale siamo inseriti e con la quale dobbiamo costituire un rapporto fertile, ponendo sempre in relazione memoria e contemporaneità”.
Un linguaggio universale che crea ponti
Nel suo Messaggio, Francesco esalta anche l’attitudine della lingua latina a fungere da “strumento di riflessione e di dialogo”. “Dialogo - aggiunge il Papa - quanto mai necessario in un mondo frammentato come il nostro”. “Anche queste parole - commenta il presidente della Pontificia Academia Latinitatis - ci confortano, perché il Santo Padre sottolinea l'elemento universale che caratterizza la lingua latina, una lingua che esprime storicamente una cultura nella quale vi è una forte integrazione fra l'elaborazione culturale e la società. Non a caso, è la lingua dell’enciclopedismo antico e quindi della capacità di saper mettere in rapporto scienze appartenenti a vari ambiti culturali”.
“Mi sembra che il Papa - aggiunge il prof. De Nonno - in questo Messaggio ci inviti più volte a cercare di elaborare un sapere capace di formare cuori e menti, capace di creare ponti. Mi pare che abbia voluto anche un po’ giocare, insomma, sul suo stesso titolo di Pontefice, richiamandone l'etimologia. La missione della cultura e in particolare dello studio del mondo rappresentato attraverso la lingua latina, è proprio quello di creare ponti e il Pontifex nella religione dei romani, per una città come Roma nata su un fiume, con la necessità di mettere in contatto due sponde diverse, era proprio colui che aveva l'arte del costruire materialmente questi ponti”.
Il latino della scienza e della politica
“I premiati ci offrono una visione contemporanea e fresca di come questo antico idioma possa ancora parlarci e stimolare la nostra riflessione”, scrive nel testo Papa Francesco, confermando come l’indagine dell'opera degli autori latini del passato aiuti ad affrontare le sfide di oggi. “Credo che il Santo Padre - commenta De Nonno - abbia manifestato approvazione in particolare rispetto alle due tematiche che quest'anno abbiamo scelto come argomento del premio, sintetizzate nelle espressioni dei due titoli di due famose opere della letteratura latina: De rerum natura e De re publica, cioè il latino e la scienza e il latino e la politica”. “Si tratta di contesti nei quali si crea una convergenza di responsabilità e di impegno per la quale l'esperienza della conoscenza dei testi classici, la riflessione, anche nel corso dell'età moderna sulle tematiche della scienza e della politica, consente di acquisire un bagaglio di esperienze storiche che ci rendono maggiormente in grado di affrontare la realtà contemporanea, con uno spessore e una maturità adeguata”.
Conoscere il latino per vivere meglio il presente
“Amare il passato è una cosa importante, ma bisogna farlo, come dice appunto il Santo Padre, traducendo nella vita quotidiana gli approfondimenti culturali legati alla storia che è alle nostre spalle e incoraggiando le giovani generazioni a intraprendere sentieri di ricerca, a interrogarsi e a non avere paura di esplorare. Ecco, questo richiamo da parte del Papa è molto pertinente nel campo di studi del latino. Dobbiamo tenere in vita la cultura legata al latino perché si tratta di uno strumento straordinario di approfondimento della nostra consapevolezza del presente”.
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