IA, rischi e opportunità per la salvaguardia dei bambini: un evento in Vaticano
Edoardo Giribaldi - Città del Vaticano
Rafforzare le normative governative dal punto di vista etico, ponendo al centro "sicurezza, privacy e dignità" dei bambini, ed elevando le loro voci nelle discussioni contemporanee, per un'intelligenza artificiale che, come sottolineato da Papa Francesco, rimanga ancorata al suo "potenziale creativo", distanziandosi da logiche individualiste e private. Con questi obiettivi, oggi, 20 marzo, presso la Sala Stampa della Santa Sede, è stato presentato l'evento "Risks and Opportunities of AI for Children: A Common Commitment for Safeguarding Children", organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze in collaborazione con la World Childhood Foundation e l'Institute of Anthropology (IADC) della Pontificia Università Gregoriana. Gli incontri si svolgeranno fino al 22 marzo nella Casina Pio IV in Vaticano. Alla conferenza stampa sono intervenuti il cardinale Peter Turkson, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze e della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali; il professor Joachim von Braun, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze; il professor Hans Zollner, direttore dell'IADC della Pontificia Università Gregoriana; e Britta Holmberg, vice segretario della World Childhood Foundation.
L'IA non rimanga in mano ai soli privati
Il cardinale Turkson ha aperto il suo intervento sottolineando la natura collettiva del progetto e l'impegno della Santa Sede, e in particolare di Papa Francesco, nei confronti delle nuove tecnologie. Oltre ai dibattiti su una nuova etica degli algoritmi, la cosiddetta "algoretica", è necessario discutere delle responsabilità dei singoli Stati, affinché l'intelligenza artificiale non rimanga esclusivamente "nelle mani dei privati". Il porporato ha inoltre evidenziato l'importanza di sviluppare modelli di regolamentazione da condividere con le conferenze episcopali di tutto il mondo. Un obiettivo che può essere raggiunto, nel corso degli incontri che si terranno presso la Casina Pio IV, anche attraverso un approccio che tenga conto delle testimonianze di chi ha subito abusi online, ampliando il dibattito, come avvenuto per altre gravi problematiche, tra cui la tratta di esseri umani.
Dialogare con le aziende tecnologiche
Il professor Von Braun ha evidenziato come i rischi legati alle nuove tecnologie siano sempre più evidenti per la comunità scientifica. Dalla dipendenza dai social media, che incide significativamente sullo sviluppo cerebrale dei bambini, alle violazioni della privacy e alla manipolazione dei loro gusti a fini commerciali. "Per anni, la matematica è stata considerata una disciplina priva di implicazioni etiche", ha affermato Von Braun, in relazione agli algoritmi che regolano le nuove tecnologie, "oggi, questo non è più il caso". L'accademico ha sottolineato come, in ambito politico, vi sia ancora molto lavoro da fare. Nell'Unione Europea, ad esempio, una bozza di legislazione è ferma da due anni, mentre negli Stati Uniti è cruciale dialogare con le grandi aziende tecnologiche, come Alphabet, a cui fa capo Google. In questo contesto, la Pontificia Accademia delle Scienze può favorire un dialogo costruttivo e continuo.
La cooperazione per individuare gli abusi
Il professor Zollner ha sottolineato la lungimiranza della Santa Sede, che già nel 2017 indicava “i rappresentanti delle imprese protagoniste degli sviluppi tecnologici” come attori fondamentali nella protezione dei bambini. Un processo che, negli anni, si è interrotto, ma che deve essere ripreso, soprattutto dalla Chiesa, la cui missione primaria è la salvaguardia dei più vulnerabili. La Santa Sede, ha spiegato Zollner, ha un'opportunità "unica": riunire attorno allo stesso tavolo tutte le realtà coinvolte, per affrontare questioni che, se trattate in modo frammentario, rischierebbero di restare irrisolte. Riferendosi alla collaborazione tra Unione Europea e Stati Uniti, Zollner ha menzionato il National Center for Missing and Exploited Children, un'organizzazione americana che, lo scorso anno, ha ricevuto oltre 29 milioni di segnalazioni di abusi online sui minori, non solo negli Stati Uniti ma anche in Europa. La cooperazione tra enti di questo tipo e le autorità nazionali ha permesso di avviare indagini e punire i responsabili. Infine, ha evidenziato il ruolo cruciale delle famiglie: "Non conosco un solo genitore che non sia preoccupato per i rischi che i propri figli corrono online", ha affermato, riconoscendo le difficoltà che gli adulti incontrano nell'adattarsi all'evoluzione tecnologica.
I dati sulla violenza online
Britta Holmberg ha presentato l'impegno della World Childhood Foundation, organizzazione fondata dalla regina Silvia di Svezia 25 anni fa, con l'obiettivo di affrontare temi che, all'epoca, pochi leader trattavano “apertamente”. Ha sottolineato l'importanza di proteggere i bambini più vulnerabili, come migranti, orfani e senzatetto. I dati sugli abusi online da lei citati sono allarmanti: una ragazza su cinque e un ragazzo su sette sono stati vittime di violenze di vario tipo in rete. "La tecnologia è parte del problema, ma deve anche essere parte della soluzione", ha dichiarato, evidenziando la stessa dicotomia notata da Papa Francesco, secondo cui i nuovi strumenti presentano sia rischi sia opportunità.
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