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I sacerdoti e le Messe sui tetti di Roma

Raggiungere tutti, conservare la certezza che esiste una comunità nonostante le chiusure, i timori e le pressanti misure di sicurezza. Continuare a seminare e i frutti si vedranno in futuro: le testimonianze di due giovani parroci romani e delle loro iniziative per continuare a celebrare la Messa

Marco Guerra - Città del Vaticano

Nell’inconsueto silenzio delle città, che sembrano cristallizzate dal blocco totale di tutte le attività non essenziali, in questi giorni si sente riecheggiare il suono delle campane e di alcune liturgie ritrasmesse dagli altoparlanti delle chiese parrocchiali. 

La fantasia dei parroci

Parroci, religiosi e laici si industriano in ogni modo per far arrivare la Parola di Dio, le catechesi e altri momenti di preghiera alle comunità locali di prossimità. L’uso dei social, ampiamente documentato anche nelle pagine di Vatican News, è accompagnato da una riscoperta degli spazi esterni.

Celebrazioni e preghiere dai tetti delle Chiese

Infatti, per non far mancare la Messa e altri riti della settimana ai fedeli meno capaci di utilizzare la tecnologia per connettersi, sono sempre di più i preti che salgono sui tetti della loro chiese con microfono ed altoparlanti. La gente risponde dai balconi con grande partecipazione, come testimoniano le centinaia di messaggi di ringraziamento che arrivano ai presbiteri.

Cogliere il bene nel dolore

La verticalità della fede viene dunque riscoperta guardando i campanili e i tetti delle Chiese, una visione ancora più sorprendente se fatta tra i palazzi delle grandi metropoli; in quelle periferie, non solo urbane ma anche umane e esistenziali che riescono a cogliere, malgrado tutto, quanto possa esserci di buono in questa esperienza di privazione, isolamento e timore per la sorte di parenti e amici. Tra le decine di segnalazioni che arrivano dai territori, Vatican News ha raccolto l’esperienza di due parrocchie di Roma in altrettanti quartieri tra i più popolosi della capitale. La Chiesa del Gesù Divino Lavoratore, in zona Marconi-piazzale della Radio, e la parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata nel quartiere Tuscolano.

Balconi con affaccio sulle Messe

La mattina di domenica 14 marzo, il silenzio tra le file dei grandi caseggiati del Tuscolano è stato rotto dagli altoparlanti che hanno amplificato la celebrazione della Messe sul tetto di San Gabriele dell’Addolorata.

“E’ stata una sorpresa molto gradita, soprattutto per gli anziani che non usano i social e che non sapevano nulla dell’iniziativa”, spiega a Vatican News il vice parroco don Simone, “abbiamo percepito la gratitudine della gente, mano a mano che andavamo avanti si sono affacciati in tanti dai balconi e alla fine della Messa è partito anche un applauso”.

“L’idea è nata mentre ascoltavamo i vari decreti che si susseguivano dal governo italiano e dal vicariato di Roma- racconta ancora il sacerdote-, ci siamo detti se i fedeli: non possono venire a Messa la porteremo noi da loro e allora abbiamo volto lo sguarda in alto e abbiamo pensato al nostro tetto, bello pianeggiante, dove allestire tutto l’occorrente per la Messa. E’ stato complicato arrivarci perché abbiamo una scala antincendio molto stretta, però ce l’abbiamo fatta perché eravamo molto determinati. Questa voglia ci ha portato ad inventarci qualcosa diverso”.

Ascolta l'intervista a don Simone

Le fragilità di chi è solo

Don Simone e gli altri sacerdoti della parrocchia in questi giorni si sono posti in ascolto  dei fedeli: “Abbiamo voluto ascoltare quale è l’angoscia e la preoccupazione delle persone.I più anziani hanno detto che gli sembra di essere tornati ai tempi della guerra ma in guerra non si riusciva nemmeno a mangiare, quindi quello che abbiamo percepito di più è la fragilità umana”.

“Nel rispetto delle regole stabilite, ogni tanto viene qualcuno in chiesa a pregare o a confessarsi; persone che hanno bisogno di parlare e di essere confortate e che sono particolarmente provate dall’isolamento” aggiunge il sacerdote. La parrocchia ha quindi attivato un canale youtube sul quale sono diffuse tutte le dirette streaming delle celebrazioni, i video registrati della Parola del Giorno, le catechesi ed alcuni video più divertenti per alleggerire la giornata dei fedeli.

Parrocchia del quartiere Tuscolano
Parrocchia del quartiere Tuscolano

Angelus sui tetti a viale Marconi

Nella stessa cintura periferica di Roma, cinque o sei chilometri più ad ovest, ma in un quartiere altrettanto popoloso, c’è la parrocchia di San Gabriele dell’Addolorata che tutti giorni a mezzogiorno fa risuonare la preghiera dell’Angelus tra palazzi e le vie del quartiere Marconi.

Sul tetto della sagrestia

“Saliamo sul tetto della sagrestia che è quello più alto di tutto il complesso parrocchiale” racconta a Vatican News Don Roberto. "Pima facciamo suonare le campane, poi recitiamo l’Angelus attraverso delle amplificazioni che lo fanno sentire a al quartiere, giorni fa ci siamo uniti anche all’applauso dedicato ai medici e al personale sanitario, il tutto dura circa 10 minuti”.

Anche qui tanti si affacciano dai palazzi e si complimentano con i sacerdoti e le suore che animano la parrocchia. Don Roberto racconta questa gratitudine: “Adesso che c’è un po’ più di silenzio riusciamo a guardare verso l’alto a e riflettere; i balconi sono diventati un centro di aggregazione, ci fanno dei gesti e ci arrivano messaggi via mail di ringraziamento e di affidamento di alcune preghiere”.

Il sacerdote ricorda l’efficacia della preghiera: “Tante persone che chiedono sostegno tramite la preghiera si sento già molto consolate. La preghiera in solitudine poi ci fa riscoprire la dimensione di quei monasteri di clausura che con la loro preghiera aiutano tutto il mondo”.

I social e le chat sono il canale per raggiungere le generazioni più giovani che continuano a ricevere contenuti per le catechesi mentre nel frattempo è partita anche una piccola “gara” sul Vangelo del giorno. I catechisti inviano domande a cui i ragazzi, divisi per squadre, rispondono con messaggi vocali.

La rete dei volontari

Non meno importante è la rete di volontari della parrocchia, che non mette da parte il suo impegno soprattutto nei confronti delle persone anziane e non autosufficienti. Poi resta aperto, anche se in maniera ridotta, il Centro di ascolto della parrocchia del Gesù Divino Lavoratore, che sostiene tutti i casi di fragilità. Un giorno a settimana, il venerdì, è garantita la consegna dei pacchi alimentari – nel rispetto di tutte le norme di sicurezza - alle famiglie meno abbienti.

Bisogna quindi fare tesoro di tutto il buono che nasce nel seno della Chiesa in questi momenti di difficoltà, perché sarà il seme più prezioso per il futuro delle nostre comunità. 

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18 marzo 2020, 07:51