Il cardinale Tagle: i migranti, non numeri ma nomi, storie e sogni
Francesca Sabatinelli – Città del Vaticano
La sfida era quella di attivare una consapevolezza che nel tempo avrebbe generato conversione. A quasi quattro anni dall’apertura di Share the journey – era il 27 settembre del 2017 quando veniva inaugurata da Papa Francesco – la Campagna di Caritas Internationalis, che si concluderà il 20 giugno, Giornata mondiale del rifugiato, ha sicuramente acceso un nuovo sguardo sui migranti, convertendo la paura in attenzione. Tutti i relatori presenti alla conferenza stampa, a partire dal cardinale Antonio Tagle, prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli e presidente di Caritas Internationalis, hanno confermato che in questi anni si è riusciti a “raggiungere i migranti, ad abbracciare la loro povertà e sofferenza, a sollevarli con la convinzione che non sono numeri, ma persone con nomi, storie e sogni e a vedere in loro Gesù Cristo che da bambino si è rifugiato in Egitto con i suoi genitori”. Allo stesso tempo, Caritas è riuscita a “sviluppare e diffondere una nuova cultura a livello globale, una cultura viva dell'incontro personale, una nuova visione di accoglienza della persona umana nel migrante”.
Gli Stati non si chiudano nell’egoismo
Non nascondendo la commozione di chi conosce il significato della migrazione, perché vissuta dalla propria famiglia, il porporato ha detto di aver rivisto nei rifugiati da lui incontrati le proprie “radici” ma, soprattutto, ha avvertito gli Stati a non chiudersi nell’egoismo e nella paura dello straniero. “In un momento in cui il Covid-19 dovrebbe portare alla solidarietà globale – ha spiegato Tagle – la fine della campagna globale di Caritas Internationalis è un invito a continuare a condividere il viaggio con i migranti, soprattutto in questo momento più difficile”. Quindi, è l’annuncio, la Campagna finisce formalmente ma la missione continua e con lo stesso obiettivo: promuovere la cultura dell'incontro e della conoscenza reciproca tra migranti, rifugiati e comunità locali, ossia le coordinate delle 130 iniziative realizzate in questo periodo dalle 162 Caritas nazionali appartenenti alla confederazione ed operanti in tutto il mondo.
Il Papa, ispiratore della campagna
Questi quattro anni sono stati scanditi da diversi momenti: dalla condivisione di un pasto, “Share the Meal” - quando Caritas Internationalis ha promosso una settimana di pasti condivisi in tutto il mondo tra comunità locali, migranti e rifugiati - alla Marcia di Solidarietà Globale, “Global Solidarity Walk”, lanciata a Roma dal cardinale Tagle, quando Caritas ha invitato il mondo a camminare con i migranti e i rifugiati e, da quel momento, molte comunità si sono unite all’iniziativa, percorrendo 600 mila chilometri, parlando con migranti e rifugiati e creando legami di solidarietà con loro. “Il Santo Padre è stato una fonte di ispirazione per la nostra campagna”, ha sottolineato il porporato, spiegando come Francesco abbia incoraggiato ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare, i quattro verbi fondamentali che il Papa, nel messaggio per la Giornata mondiale del Migrante e del Rifugiato del 2018, indicava quali risposte alle sfide poste dalle migrazioni contemporanee e ripresi nei loro interventi sia dal segretario generale di Caritas Internationalis Aloysius John, sia da monsignor Bruno Marie Duffé, segretario del Dicastero dello Sviluppo Umano Integrale, per il quale questi verbi definiscono l’urgenza del dover “supportare i diritti umani, permettere che le persone possano esprimersi attraverso i loro talenti e promuovere questi talenti”, non dimenticando mai la necessità di difendere la dignità della persona.
I confini, luoghi di incontro
Obiettivo chiave della campagna era di vivere l'imperativo morale di accogliere e dare ospitalità a migranti e rifugiati che fuggono da ingiustizie, sofferenze, violenza e povertà alla ricerca di una vita dignitosa, e l’obiettivo è stato centrato, ha spiegato Aloysius John citando esempi dal Libano, dalla Giordania, dal Bangladesh: “In un momento in cui la costruzione di muri e le politiche discriminatorie vengono utilizzate per dissuadere o impedire l'ingresso dei migranti, in un momento in cui la pandemia di Covid-19 ha messo in evidenza il bisogno di solidarietà, e in linea con gli insegnamenti del Santo Padre, le organizzazioni membri della Caritas lavoreranno per trasformare i confini in luoghi privilegiati di incontro. La Caritas costruirà ponti di amore e cura per facilitare l'integrazione dei migranti e assicurare il loro benessere e la loro dignità”.
Si accendano candele di speranza
Caritas Internationalis invita quindi tutti ad unirsi ad un’iniziativa globale di solidarietà al fianco dei migranti, dei rifugiati e degli sfollati interni. A partire da oggi, 15 giugno, collegandosi al sito caritas.org, sarà possibile accendere una candela virtuale di speranza nel Paese di preferenza ed offrire un messaggio di solidarietà con i migranti e rifugiati. I messaggi saranno poi raccolti in un libretto che sarà offerto al Santo Padre, che ha sempre accompagnato, soprattutto nelle tappe più importanti e significative, la Campagna della Caritas.
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