Violenze in Africa meridionale, il Papa: servono dialogo e riconciliazione
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
Un appello al dialogo e alla pace è arrivato da Papa Francesco, al termine dell’Angelus, per lo Stato dell’eSwatini (ex Swaziland), nell’Africa meridionale, da dove “giungono notizie di tensioni e violenze”. Da diverse settimane sono in corso dure proteste contro il re Mswati III, ultimo monarca assoluto del continente africano che governa il Paese da 35 anni.
Le proteste partite a maggio
A scatenare le proteste era stata l’uccisione, lo scorso maggio, di uno studente di diritto, Thabani Nkomonye. Per l’assassinio è accusata la polizia. La mobilitazione, la più ampia dalle manifestazioni del 2019, si è estesa nell’ultima settimana di giugno con l’inasprirsi della repressione. Alle proteste il re ha infatti risposto bloccando Internet, imponendo il coprifuoco e dispiegando l’esercito contro i manifestanti. Secondo attivisti e forze dell’opposizione gli scontri avrebbero provocato decine di morti e vari feriti. Uccisioni peraltro smentite dalle autorità.
L'appello del vescovo: "Il dialogo unica via per uscire dalla crisi"
Di fronte all’escalation, il vescovo di Manzini, unica diocesi del Paese, monsignor José Luis Ponce de León, ha lanciato un pressante appello alla calma e al dialogo. “Rispondere con il fuoco al fuoco servirà solo a ridurre questo Paese in cenere”, avverte il presule. Che riconosce le ragioni delle proteste, ma ribadisce che l’unica via per uscire dalla crisi è un “dialogo aperto” che coinvolga tutte le parti. “Come ha scritto Papa Francesco in Fratelli Tutti, l’autentico dialogo sociale presuppone la capacità di rispettare il punto di vista dell’altro, accettando la possibilità che contenga delle convinzioni o degli interessi legittimi”,
Uno Stato povero
Con poco più di un milione di abitanti, l’eSwatini è uno Stato molto povero con un reddito annuo pro capite appena superiore ai tremila dollari e un’aspettativa di vita inferiore ai 49 anni. È anche il Paese che vanta il triste prima.to di avere la più alta incidenza di infezione HIV al mondo. Negli ultimi anni è cresciuto il malcontento della popolazione, soprattutto tra i giovani che chiedono libertà politica, lavoro, e, soprattutto un primo ministro con poteri esecutivi, eletto democraticamente. Ad esasperare gli animi anche la corruzione diffusa. Non di rado il monarca viene criticato per il suo stile di vita sfarzoso, mentre la popolazione vive in miseria.
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