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Francesco: grazie allo Spirito la fede è sempre giovane, mai cosa da museo

Prima della preghiera del Regina Coeli, Papa Francesco ha esortato ad invocare lo Spirito Santo nei momenti difficili, leggendo i passi del Vangelo. E si è soffermato sulla ricchezza della solennità della Pentecoste: lo Spirito “collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona”

Marco Guerra - Città del Vaticano 

Insegnare e ricordare: Papa Francesco, prima della preghiera del Regina Coeli attinge al Vangelo di oggi per mettere in risalto il significato più profondo della solennità della Pentecoste. E commenta il passo in cui Gesù disse ai discepoli: "Lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, Lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà ciò che io vi ho detto":

Ecco cosa fa lo Spirito: insegna e ricorda quanto Cristo ha detto. Riflettiamo su queste due azioni, insegnare e ricordare, perché è così che Egli fa entrare nei nostri cuori il Vangelo di Gesù.

Attualizzare l’esperienza di fede

Francesco si sofferma poi sulla prima azione dello Spirito Santo, quella di insegnare, un atto che rinnova l’esperienza di fede e che colma le distanze:

Lui ci aiuta a superare l’ostacolo della distanza nell’esperienzadi fede. Infatti, può sorgere il dubbio che tra il Vangelo e la vita di tutti i giorni ci sia molta distanza: Gesù è vissuto duemila anni fa, erano altri tempi, altre situazioni, e dunque il Vangelo sembra superato, sembra inadeguato a parlare al nostro oggi con le sue esigenze e i suoi problemi. Viene anche a noi questo interrogativo: cosa può dire il Vangelo nell’epoca di internet e nell'epoca della globalizzazione? Come può incidere la sua parola?

Lo Spirito Santo - sottolinea il Papa - ci aiuta a rispondere e questi interrogativi ed “è specialista nel colmare le distanze, ci insegna a superarle. È Lui che collega l’insegnamento di Gesù con ogni tempo e ogni persona”. Per questo motivo lo Spirito Santo diventa una bussola per l’anima di tutti i fedeli, “con Lui le parole di Cristo diventano vive” e “attraverso la Sacra Scrittura ci parla e ci orienta nel presente”:

Lo Spirito Santo non teme lo scorrere dei secoli; anzi, rende i credenti attenti ai problemi e alle vicende del loro tempo. Lo Spirito Santo, infatti, quando insegna, attualizza: mantiene la fede sempre giovane. Noi rischiamo di fare della fede una cosa da museo, è il rischio! Lui invece la mette al passo coi tempi, sempre al giorno, la fede al giorno: è questo il suo lavoro. Perché lo Spirito Santo non si lega a epoche o mode che passano, ma porta nell’oggi l’attualità di Gesù, risorto e vivo.

Ricordare per riportare Gesù nel cuore

Il Pontefice prosegue nel mettere in luce l’opera dello Spirito Santo, evidenziano i frutti portati dalla seconda azione che si lega alla Pentecoste, ovvero ricordare. Ecco il secondo verbo – spiega Papa Francesco -, ri-cordare, cioè riportare al cuore: lo Spirito riporta il Vangelo nel nostro cuore:

Avviene come per gli Apostoli: avevano ascoltato Gesù tante volte, eppure lo avevano compreso poco. A noi succede lo stesso. Ma da Pentecoste in poi, con lo Spirito Santo, ri-cordano e comprendono. Accolgono le sue parole come fatte apposta per loro e passano da una conoscenza esteriore, una conoscenza di memoria, a un rapporto vivo, a un rapporto convinto, gioioso con il Signore. È lo Spirito a fare questo, a far passare dal “sentito dire” alla conoscenza personale di Gesù, che entra nel cuore. Così lo Spirito ci cambia la vita: fa sì che i pensieri di Gesù diventino i nostri pensieri. E questo lo fa ri-cordandoci le sue parole, portando al cuore, oggi, le parole di Gesù.

Secondo Francesco è necessario pertanto rivolgersi allo Spirito per sottrarsi ad una Fede che può diventare smemorata anche a causa delle difficoltà della vita:

Eh, tante volte la fede diventa un ricordo senza memoria: invece la memoria è viva e la memoria viva la porta lo Spirito. E noi – proviamo a domandarci – siamo cristiani smemorati? Magari basta una contrarietà, una fatica, una crisi per dimenticare l’amore di Gesù e cadere nel dubbio e nella nostra paura? Guai! Stiamo attenti a non diventare cristiani smemorati. Il rimedio è invocare lo Spirito Santo. Facciamolo spesso, specialmente nei momenti importanti, prima delle decisioni difficili e in situazioni non facili.

Prendere Vangelo per invocare lo Spirito

Con questa consapevolezza il Vangelo diventa quindi uno strumento importantissimo per invocare lo Spirito Santo, il Papa allora esorta i fedeli in piazza ad accompagnarlo nella preghiera a Lui rivolta:

Prendiamo in mano il Vangelo e invochiamo lo Spirito. Possiamo dire così: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. È una bella preghiera, questa: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illuminami il mio cuore”. La diciamo insieme? “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. Io non ho sentito, forse sono sordo … Diciamo insieme: “Vieni, Santo Spirito, ricordami Gesù, illumina il mio cuore”. Poi, apriamo il Vangelo e leggiamo un piccolo passo, lentamente. E lo Spirito lo farà parlare alla nostra vita. La Vergine Maria, piena di Spirito Santo, accenda in noi il desiderio di pregarlo e di accogliere la Parola di Dio.

Nuovo appello per l'Ucraina

Al termine del Regina Coeli, Papa Francesco ha rivolto un nuovo appello per la fine della guerra in Ucraina, ha espresso soddisfazione per la tregua in Yemen e dolore per le vittime delle recenti piogge torrenziali in Brasile. Il pensiero del Pontefice è andato anche a pescatori e lavoratori penalizzati dall’aumento dei costi dovuto al conflitto. Infine il Papa ricordato la beatificazione dei cappuccini martiri padre Leonardo Melki e padre Tommaso Giorgio Saleh, ieri a Beirut, in Libano.

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05 giugno 2022, 12:20

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. È composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il 6 aprile 2015, proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

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