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Francesco e l’Avvento: svegliamoci, Dio è presente nelle cose di ogni giorno

Prima della preghiera dell’Angelus, nella prima domenica del tempo di preparazione al Natale del Signore, il Papa ha commentato la bella promessa nel Vangelo del giorno: “Il Signore nostro verrà” invitando ad accorgerci di Dio che ci chiama “ci parla e ci ispira nelle nostre azioni”, senza essere “distratti e un po’ travolti” dalle vicende quotidiane

Alessandro Di Bussolo – Città del Vaticano

Nel tempo di Avvento “svegliamoci dal sonno” e chiediamoci: “sono consapevole di ciò che vivo, sono attento?”. Cerco “di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose?”. Perché “se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi”. Così Papa Francesco nella breve catechesi prima della preghiera dell’Angelus di questa prima domenica d’Avvento, dedicata alla riflessione sul Vangelo di Matteo proposto dalla liturgia, e la bella promessa che contiene: “Il Signore vostro verrà”. (Ascolta qui il servizio con la voce del Papa)

Sempre Dio viene, ci sostiene, si fa vicino

Questo, sottolinea, “è il fondamento della nostra speranza, è ciò che ci sostiene anche nei momenti più difficili e dolorosi della nostra vita: Dio viene. Non dimentichiamolo mai!”. Perché sempre “il Signore viene, ci fa visita, si fa vicino, e ritornerà alla fine dei tempi per accoglierci nel suo abbraccio”. Dobbiamo però farci due domande, chiarisce il Papa: “Come viene il Signore? E come riconoscerlo e accoglierlo?”.

Dio è nascosto nel nostro lavoro, in un incontro, in un volto

Per rispondere alla prima, abbiamo sentito tante volte, ricorda, “che il Signore è presente nel nostro cammino, che ci accompagna e ci parla”. Ma forse noi, distratti, crediamo sia solo una verità “teorica”, oppure che il Signore “venga in modo eclatante, magari attraverso qualche segno prodigioso”. E invece Gesù dice che avverrà “come ai giorni di Noè”, cioè mentre gli uomini facevano “le cose normali e quotidiane della vita: «mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito»”.

Dio è nascosto nella nostra vita, si nasconde nelle situazioni più comuni e ordinarie della nostra vita. Non viene in eventi straordinari, ma nelle cose di ogni giorno, si manifesta in queste. E lì, nel nostro lavoro quotidiano, in un incontro casuale, nel volto di una persona che ha bisogno, anche quando affrontiamo giornate che appaiono grigie e monotone, proprio lì c’è il Signore, che ci chiama, ci parla e ispira le nostre azioni.

Fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus di Papa Francesco
Fedeli in piazza San Pietro per l'Angelus di Papa Francesco

Lo riconosciamo se siamo vigili, non "tiriamo a campare"

Riguardo alla seconda domanda: “come riconoscere e accogliere il Signore?”, Francesco sottolinea che “dobbiamo essere svegli, attenti, vigilanti”. Perchè Gesù ci avverte del “pericolo di non accorgerci della sua venuta ed essere impreparati alla sua visita”. Sant’Agostino, ricorda il Pontefice diceva: “Temo il Signore che passa” cioè temeva che passasse e lui non lo riconoscesse. Infatti, nel Vangelo, “di quelle persone del tempo di Noè, Gesù dice che mangiavano e bevevano «e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti»”. Non si accorsero perché “Erano presi dalle loro cose e non si resero conto che stava per venire il diluvio”. Infatti Gesù dice che, quando Lui verrà, “due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato”.

Qual è la differenza? Semplicemente che uno è stato vigilante, capace di scorgere la presenza di Dio nella vita quotidiana; l’altro, invece, era distratto, ha “tirato a campare” e non si è accorto di nulla.

Piazza San Pietro per l'Angelus di Papa Francesco
Piazza San Pietro per l'Angelus di Papa Francesco

Sono consapevole di ciò che vivo? Sono sveglio?

Questo allora l’invito di Papa Francesco in questo tempo di Avvento: “Lasciamoci scuotere dal torpore e svegliamoci dal sonno! Proviamo a chiederci: sono consapevole di ciò che vivo, sono attento, sono sveglio?”

Cerco di riconoscere la presenza di Dio nelle situazioni quotidiane, oppure sono distratto e un po’ travolto dalle cose? Se non ci accorgiamo oggi della sua venuta, saremo impreparati anche quando verrà alla fine dei tempi. Perciò, restiamo vigilanti! E attenti.

Preghiera a Maria, che ha saputo cogliere il passaggio di Dio

La preghiera finale alla Vergine Santa, “Donna dell’attesa, che ha saputo cogliere il passaggio di Dio nell’umile e nascosta vita di Nazaret e lo ha accolto nel suo grembo” e che ci aiuti in questo cammino di attesa e vigilanza, "per il Signore che è tra noi e passa”.

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27 novembre 2022, 12:14

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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