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Il Papa all’Angelus: buttare via la propria vita è l’unica cosa da temere

Nella catechesi Francesco ribadisce l’importanza di essere fedeli al Vangelo, che anche oggi comporta violenze e persecuzioni. Spesso, infatti, si dà la priorità a realtà di secondo piano ed è necessaria qualche rinuncia “di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo” per non perdere ciò che conta davvero

Michele Raviart – Città del Vaticano

“Io, di che cosa ho paura? Di non avere quello che mi piace? Di non raggiungere i traguardi che la società impone? Del giudizio degli altri? Oppure di non piacere al Signore e di non mettere al primo posto il suo Vangelo?” Lo chiede a se stesso e ai circa ventimila fedeli in piazza San Pietro Papa Francesco, prima della preghiera dell’Angelus (Ascolta il podcast con le parole del Papa). Per tre volte infatti, nella Parola di oggi, Gesù ripete ai suoi discepoli di non avere paura, “non perché nel mondo andrà tutto bene, ma perché per il Padre siamo preziosi e nulla di ciò che è buono andrà perduto”.

Non sprecare l'esistenza a inseguire cose di poco conto

Una sola cosa, afferma Gesù è da temere, e per spiegarla usa l’immagine della Geenna, la grande discarica dei rifiuti di Gerusalemme:

Gesù ne parla per dire che la vera paura da avere è quella di buttare via la propria vita. Buttare via la propria vita: e su questo Gesù dice: "Sì, abbiate paura di quello". Come a dire: non bisogna tanto temere di subire incomprensioni e critiche, di perdere prestigio e vantaggi economici per restare fedeli al Vangelo, ma di sprecare l’esistenza a inseguire cose di poco conto, che non riempiono il senso della vita.

Mai mettere le cose davanti alle persone

Questo avviene anche oggi, ricorda Francesco, quando “si può essere derisi o discriminati se non si seguono certi modelli alla moda, che però mettono spesso al centro realtà di secondo piano: le cose anziché le persone, le prestazioni anziché le relazioni”. Tre gli esempi che fa il Papa: i genitori che a causa del lavoro non hanno il tempo necessario per stare con i figli, i sacerdoti e le suore impegnati nel loro servizio ma che dimenticano di dedicare tempo a stare con Gesù “altrimenti cadono nella mondanità spirituale e perdono il senso di ciò che sono”, e i giovani, “che hanno mille impegni e passioni: la scuola, lo sport, vari interessi, i telefonini e i social, ma hanno bisogno di incontrare le persone e realizzare dei sogni grandi, senza perdere tempo in cose che passano e non lasciano il segno”.

Andare "controcorrente" costa

Tutto ciò comporta qualche rinuncia “di fronte agli idoli dell’efficienza e del consumismo”, ma è necessario per non andare a perdersi nelle cose, che poi vengono buttate via”, come nella Geenna, dove oggi spesso finiscono le persone, gli ultimi, “spesso trattati come materiale di scarto e oggetti indesiderati”.

Rimanere fedeli a ciò che conta costa; costa andare controcorrente, liberarsi dai condizionamenti del pensare comune, essere messi da parte da chi “segue l’onda”. Ma non importa, dice Gesù: ciò che conta è non buttare via il bene più grande: la vita. Solo questo deve spaventarci.

Una fedeltà al Vangelo che, fin dalle origini della Chiesa ha conosciuto, insieme alle gioie, tanti rischi. “Sembra paradossale: l’annuncio del Regno di Dio è un messaggio di pace e di giustizia, fondato sulla carità fraterna e sul perdono” ricorda il Papa, “eppure riscontra opposizioni, violenze e persecuzioni.

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25 giugno 2023, 12:10

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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