Il Papa: basta guerre! Sono sempre una sconfitta
Paolo Ondarza - Città del Vaticano
Rispondere alla forza diabolica dell'odio, del terrorismo e della guerra con la forza mite e santa della preghiera. È l'esortazione di Francesco all'Angelus in Piazza San Pietro che guardando alla drammatica situazione in Medio Oriente invita tutti dedicare la giornata di martedì prossimo, 17 ottobre, alla preghiera e al digiuno.
“Le guerre sono sempre una sconfitta. Sempre”, ammonisce il Papa che esprime dolore per “quanto accade in Israele e in Palestina”. Quindi rinnova “l'appello per la liberazione degli ostaggi” e chiede “con forza” che “i bambini, i malati, gli anziani, le donne e tutti i civili non siano vittime del conflitto”. Il Pontefice implora il rispetto del diritto umanitario: “soprattutto a Gaza, dove è urgente e necessario garantire i corridoi umanitari e soccorrere tutta la popolazione”, ma il pensiero corre ancora una volta anche alla martoriata Ucraina:
Fratelli e sorelle, già sono morti moltissimi. Per favore, non si versi altro sangue innocente, né in Terra Santa, né in Ucraina o in qualsiasi altro luogo! Basta!
Riunione del governo israeliano
Secondo l'ultimo bilancio del ministero della sanità dell'Anp il numero dei morti nei raid israeliani dal 7 ottobre a Gaza e in Cisgiordania è salito a 2.384, mentre i feriti sarebbero 10.250. Oltre 1300 ivece gli israeliani uccisi nell'attacco di sabato scorso. Per loro questa mattina è stato osservato un minuto di silenzio durante la prima riunione di gabinetto del governo di emergenza a Tel Aviv presieduta dal premier Benyamin Netanyahu. "Hamas - ha detto quest'ultimo - pensava che Israele si sarebbe spaccata, ma saremo noi a spaccare Hamas". Stando a fonti israeliane sarebbero almeno 120 gli ostaggi nelle mani dei miliziani palestinesi.
Alta tensione al confine con il Libano
Nelle ultime ore sono risuonate le sirene di allarme per un possibile attacco missilistico a Tel Aviv. 9 i razzi lanciati dal territorio libanese contro il nord di Israele, uno dei quali ha provocato la morte di un civile israeliano e diversi feriti. In risposta Israele ha isolato “un'area fino a quattro chilometri dal confine settentrionale” con il Paese dei cedri ed ha iniziato a colpire postazioni militari di Hezbollah e i luoghi da cui sono partiti i razzi.
Di questa mattina la notizia dell'ospedale anglicano Arab Ahli a Gaza, colpito da raid israeliani. Sui social l'arcivescovo anglicano di Gerusalemme, Hosam Naoum esorta a pregare per la pace, poi spiega che "due piani del nosocomio sono stati danneggiati e 4 persone sono rimaste ferite. La sala ecografie e mammografie è stata danneggiata".
Israele apre nuovo corridoio umanitario
Intanto Israele ha aperto un nuovo corridoio umanitario per i civili di Gaza per tre ore, fra le 10 e le 13 di oggi, assicurando che 'non colpirà l'itinerario indicato dalla nostra cartina per raggiungere quella zona'. Inoltre ha avvertito che avvierà “operazioni militari significative” solo una volta che i civili avranno lasciato Gaza, smentendo l’accusa di Hamas di aver colpito in un raid un convoglio di civili palestinesi in fuga dal nord della Striscia di Gaza. Secondo il New York Times che cita fonti militari israeliane, l’invasione via terra della Striscia di Gaza “inizialmente prevista per il fine settimana” sarebbe “stata ritardata di alcuni giorni, almeno in parte a causa delle condizioni meteorologiche che avrebbero reso più difficile ai piloti israeliani e gli operatori di droni fornire alle truppe di terra la copertura aerea”.
Usa inviano seconda portaerei, Cina critica Israele
E mentre il Pentagono annuncia l’invio da parte degli Stati Uniti di una seconda portaerei nel Mediterraneo orientale come “deterrenza contro azioni ostili a Israele”, sull’escalation interviene la Cina. Il ministro degli Esteri Wang Yi in un colloquio telefonico con l'omologo saudita Faisal bin Farhan Al Saud critica le azioni di Israele: “sono andate oltre l'ambito dell'autodifesa”. Preoccupazione per la situazione è stata espressa da entrambi. La prossima settimana l'inviato speciale cinese Zhai Jun sarà in Medio Oriente per premere su un cessate il fuoco e promuovere i colloqui di pace. Solo ieri visitando Riad il segretario di Stato americano Antony Blinken aveva invitato Pechino, partner dell'Iran, a usare la sua influenza per spingere alla calma in Medio Oriente.
Incontro tra ministro iraniano e leader di Hamas
“Nessuno può garantire che la situazione nella regione rimarrà la stessa se i sionisti continueranno i loro crimini di guerra”, ha affermato nelle ultime ore il ministro degli Esteri di Teheran, Hossein Amirabdollahian, in un incontro a Doha, con il premier e ministro degli Esteri del Qatar, Mohammed bin Abdulrahman bin Jassim Al Thani. Amirabdollahian ha incontrato anche il leader di Hamas Ismail Haniyeh, secondo l'agenzia iraniana Irna: avrebbero convenuto di “continuare la cooperazione per raggiungere tutti gli obiettivi della resistenza e del popolo palestinesi”.
Proposta russa all'Onu per un cessate il fuoco
In questo scenario il rappresentante russo all'Onu, Vasili Nebenzia, fa sapere che Mosca ha proposto una risoluzione al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per chiedere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e consentire l'ingresso di aiuti umanitari. "Chiediamo a tutti i membri della comunita' internazionale di sostenere il nostro progetto", ha detto Nebenzia. Il testo includerebbe anche una clausola per chiedere il rilascio dei cittadini israeliani detenuti dal gruppo islamico Hamas nella Striscia di Gaza. Secondo l'Onu nella prima settimana di guerra a Gaza ci sarebbero già un milione di sfollati.
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