Il Papa: sobrietà e silenzio sui social e media, essenza della vita cristiana
Benedetta Capelli – Città del Vaticano
Deserto e voce. Sono le due strade che Francesco percorre nella sua catechesi all’Angelus, pronunciato dalla finestra del Palazzo Apostolico davanti a 25mila fedeli, nella seconda Domenica d’Avvento. Due strade – sottolinea il Papa - che sembrano distanti eppure si incrociano perché se il deserto è “il luogo del silenzio e dell’essenzialità”, la voce è espressione di “ciò che pensiamo e portiamo nel cuore”, frutto di una riflessione fatta spogliandosi del superfluo:
Il silenzio e la sobrietà – nelle parole, nell’uso delle cose, dei media e dei social – non sono solo “fioretti” o virtù, ma elementi essenziali della vita cristiana.
Spogliarsi del “dipiù”
Commentando il Vangelo odierno che parla di Giovanni Battista, il precursore di Gesù che grida nel deserto, Francesco parla proprio del deserto come di un luogo in cui non “ci si può permettere di indugiare in cose inutili, ma occorre concentrarsi su quanto è indispensabile per vivere”. Nel silenzio e nella preghiera infatti si fa spazio a Gesù e ci si libera “dall’inquinamento delle parole vane e delle chiacchiere”:
Ecco un richiamo sempre attuale: per procedere nel cammino della vita è necessario spogliarsi del “di più”, perché vivere bene non vuol dire riempirsi di cose inutili, ma liberarsi del superfluo, per scavare in profondità dentro di sé, per cogliere ciò che è veramente importante davanti a Dio.
La voce, ascolto dello Spirito
La voce, sottolinea il Papa, “è lo strumento con cui manifestiamo ciò che pensiamo e portiamo nel cuore”. Si collega al silenzio “perché esprime ciò che matura dentro, dall’ascolto di ciò che lo Spirito suggerisce”. “Se non si sa tacere – aggiunge - è difficile che si abbia qualcosa di buono da dire; mentre, più attento è il silenzio, più forte è la parola”. In fondo è quello che ha segnato la vita del Battista e che ha inciso sulle vite degli altri:
La potenza profetica della sua voce è legata alla genuinità della sua esperienza e alla limpidezza del suo cuore.
Andare controcorrente
Francesco invita così a chiederci se c’è silenzio nelle nostre giornate se è uno spazio di ascolto, se la nostra vita è sobria o piena di cose superflue.
Anche se vuol dire andare controcorrente, valorizziamo il silenzio, la sobrietà e l’ascolto.
Da qui la preghiera a Maria perché “ci aiuti ad amare il deserto, per diventare voci credibili che annunciano il suo Figlio che viene”. Al termine dell'Angelus, Francesco ha ricordato che 75 anni fa, il 10 dicembre 1948, veniva firmata la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, ribadendo l'impegno a continuare sulla strada maestra indicata da quel documento. Nei suoi pensieri la conclusione di lavori della COP28 e la preghiera per le popolazioni che soffrono a causa della guerra, senza dimenticare l'Ucraina, la Palestina e Israele.
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