Il Papa: coltivare sguardi aperti e diventare "cercatori della luce" di Gesù
Paolo Ondarza – Città del Vaticano
“Coltivare sguardi aperti, diventare cercatori della luce di Gesù nella preghiera e nelle persone”. All’Angelus commentando il Vangelo odierno della Trasfigurazione il Papa, che ieri a motivo di una lieve influenza aveva annullato le udienze previste, si affaccia dalla finestra del Palazzo Apostolico e rivolge questa esortazione ai circa 20mila fedeli, secondo i dati diffusi dalla Gendarmeria Vaticana, radunati in un'assolata Piazza San Pietro.
Occhi fissi sulla meta
Il Pontefice ricorre ad un’immagine dell’antico mondo rurale: come i contadini in passato arando i campi tenevano gli occhi fissi sulla meta e tracciavano solchi diritti, così i cristiani nel cammino della vita sono chiamati a tenere sempre davanti agli occhi il volto luminoso di Gesù, “a non staccare mai gli occhi dalla sua luce”, “specialmente nei momenti di prova”. Una luce quella di Gesù anticipata prima della sua manifestazione sul monte, dalle “scintille” della sua predicazione, del perdono dei peccati, delle guarigioni e degli altri segni da lui operati sotto gli occhi dei discepoli.
Apriamoci alla luce di Gesù! Lui è amore e vita senza fine. Lungo i sentieri dell’esistenza, a volte tortuosi, cerchiamo il suo volto, pieno di misericordia, di fedeltà, di speranza.
La preghiera, i Sacramenti e lo sguardo del prossimo
Francesco suggerisce due tipi di aiuto in questa ricerca della luce: il primo deriva dalla preghiera, dall’ascolto della Parola, dai Sacramenti, specialmente Confessione ed Eucarestia. Il secondo invece ci rimanda alla prossimità con i fratelli.
Cercatori di luce
A tutti il Pontefice rivolge l’invito ad un esame di coscienza finalizzato a tenere fisso lo sguardo su Gesù e a guardarci a vicenda con fiducia e amore:
Nel mio cammino, tengo gli occhi fissi su Cristo che mi accompagna? E per farlo, do spazio al silenzio, alla preghiera, all’adorazione? Infine, vado in cerca di ogni piccolo raggio della luce di Gesù, che si riflette in me e in ogni fratello e sorella che incontro? E mi ricordo di ringraziarlo per questo?
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