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Il Papa: con Gesù c'è "più vita", intreccio di gioia e di speranza

Al Regina Caeli, Francesco davanti a circa 15mila fedeli ricorda la Domenica della Divina Misericordia ed esorta ad avere una fede sempre più grande in Cristo risorto. Dopo la preghiera, l'esortazione a negoziare per mettere fine ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente

Benedetta Capelli - Città del Vaticano

Parte da una domanda la riflessione del Papa al Regina Caeli riguardo al Vangelo della Domenica della Divina Misericordia, istituita da san Giovanni Paolo II nella seconda domenica di Pasqua. “Avere la vita”: che cosa significa? La risposta è nell’incontro con Gesù risorto che trasforma le piaghe in canali di misericordia.

Basta fissare lo sguardo su Gesù crocifisso e risorto, incontrarlo nei Sacramenti e nella preghiera, riconoscerlo presente, credere in Lui, lasciarsi toccare dalla sua grazia e guidare dal suo esempio, sperimentare la gioia di amare come Lui. Ogni incontro vivo con Gesù ci permette di avere più vita.

La strada che non sazia il cuore

Affacciato dalla finestra del suo studio, davanti a una folla di circa 15 mila persone, Francesco riflette sul fatto che nel mondo in cui viviamo si può “avere la vita” in tanti modi. “C’è chi riduce l’esistenza - spiega - a una corsa frenetica per godere e possedere tante cose: mangiare e bere, divertirsi, accumulare soldi e roba, provare emozioni forti e nuove”. È una strada sterile, piacevole a prima vista ma che non approda alla felicità, e anche perché esperienze come il dolore, l’amore, il limite e la morte restano senza risposta.

E poi rimane inappagato il sogno che ci accomuna tutti: la speranza di vivere per sempre, di essere amati senza fine.Oggi il Vangelo dice che questa pienezza di vita, a cui ciascuno di noi è chiamato, si realizza in Gesù: è Lui a darci quella pienezza di vita. Ma come accedervi, come farne esperienza?

I canali della misericordia

Guardare agli apostoli per trovare la via: è quello che suggerisce Papa Francesco. Dopo la morte di Gesù, sono uomini provati, chiusi nel Cenacolo, “spaventati e scoraggiati”, è in quel momento buio che il Risorto si fa incontro e mostra le sue piaghe.

Erano i segni della sofferenza e del dolore, potevano suscitare sensi di colpa, eppure con Gesù diventano i canali della misericordia e del perdono.

La vita nuova

Quel toccare di Gesù, il suo mostrarsi rendono gli apostoli certi della Risurrezione.

Così i discepoli vedono e toccano con mano che con Gesù la vita vince, sempre, la morte e il peccato sono sconfitti, con Gesù. E ricevono il dono del suo Spirito, che dà loro una vita nuova, da figli amati – vita da figli amati –, impastata di gioia, amore e speranza. Io domando una cosa: voi avete speranza? Ognuno si domandi: “Come va la mia speranza?”.

"Ogni incontro con Gesù, un incontro vivo con Gesù - aggiunge il Papa - ci permette di avere più vita. Cercare Gesù, lasciarci incontrare – perché Lui ci cerca – aprire il cuore all’incontro con Gesù". Infine Francesco invita ad interrogarsi sulla Risurrezione di Gesù, sulla nostra relazione con Lui, sull’amore verso i fratelli. Invita a chiedere a Maria il dono di una fede più grande in Gesù risorto per “avere la vita” e diffondere la gioia della Pasqua. Al termine della preghiera mariana, il Papa ha invitato a negoziare e siglare la pace in particolare nella martoriata Ucraina, in Palestina e in Israele. 

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07 aprile 2024, 12:15

Cos’è il Regina Coeli ?

L’antifona Regina Coeli (o Regina Caeli) è una delle quattro antifone mariane (le altre sono l’Alma Redemptoris Mater,  l’Ave Regina Coelorum e il Salve Regina).

Fu Papa Benedetto XIV, nel 1742, a prescrivere che venisse recitata al posto dell’Angelus e stando in piedi, come segno di vittoria sulla morte, durante il Tempo Pasquale, cioè dalla domenica di Pasqua fino al giorno di Pentecoste.

Viene recitata, come l’Angelus, tre volte al giorno: all’alba, a mezzogiorno e al tramonto, per consacrare la giornata a Dio e a Maria.

Questa antica antifona risalirebbe, secondo una pia tradizione,  al VI o al X secolo, mentre la sua diffusione è documentata dalla prima metà del XIII secolo, quando viene inserita nel Breviario francescano. È composta da quattro brevi versi ciascuno dei quali si conclude con l’Alleluia, ed è la preghiera che i fedeli rivolgono a Maria, Regina del Cielo, per gioire con lei della resurrezione di Cristo.

Papa Francesco, il 6 aprile 2015, proprio durante la recita del Regina Coeli nel giorno successivo alla Pasqua, ha consigliato quale deve essere la disposizione del cuore quando si recita questa preghiera:  

“… ci rivolgiamo a Maria invitandola a rallegrarsi, perché Colui che ha portato in grembo è risorto come aveva promesso, e ci affidiamo alla sua intercessione. In realtà, la nostra gioia è un riflesso della gioia di Maria, perché è Lei che ha custodito e custodisce con fede gli eventi di Gesù. Recitiamo dunque questa preghiera con la commozione dei figli che sono felici perché la loro Madre è felice”.

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