Il Papa: non le "formule" ma l’incontro con Cristo cambia la vita
Cecilia Seppia – Città del Vaticano
Chi è Gesù per me? Che posto occupa nella mia vita? Lo seguo solo a parole oppure mi lascio trasformare dall’incontro con Lui? Dopo un viaggio lungo 12 giorni in Asia e in Oceania, attraverso 4 fusi orari, migliaia di persone incontrate, e 32mila Km percorsi, in 44 ore di volo, Francesco torna ad affacciarsi dalla finestra dell’Angelus e la Piazza lo accoglie con l’applauso e lo striscione di “bentornato a casa”. E mentre commenta il Vangelo odierno, soffermandosi sull’atteggiamento di Pietro che alla domanda del Maestro "Ma voi, chi dite che io sia?" risponde "Tu sei il Cristo", ma poi si oppone quando Gesù stesso comincia a parlare della sofferenza e della morte che lo attendono, tanto da suscitare il suo duro rimprovero, il Papa interroga i fedeli su cosa significhi davvero conoscere Gesù.
Entrare in relazione con Cristo
L’apostolo infatti si esprime in modo ineccepibile ma "deve ancora convertirsi" e dietro a quelle parole perfette c’è la mentalità del mondo che immagina il Messia sempre forte e vittorioso. Nelle pagine del Vangelo risuona invece un messaggio per tutti che, dice il Pontefice, va ben oltre il conoscere la dottrina, il recitare le preghiere e il rispondere usando “le formule imparate al catechismo”:
In realtà, per conoscere il Signore non basta sapere qualcosa di Lui, ma occorre mettersi alla sua sequela, lasciarsi toccare e cambiare dal suo Vangelo. Si tratta cioè di avere con Lui una relazione, un incontro. Io posso conoscere tante cose su Gesù, ma se non l’ho incontrato, ancora io non so chi è Gesù. Ci vuole questo incontro che cambia la vita: cambia il tuo modo di essere, cambia il modo di pensare, cambia le relazioni che hai con i fratelli, la tua disponibilità ad accogliere e a perdonare, cambia le scelte che fai nella vita. Tutto cambia se davvero hai conosciuto Gesù!
Lasciarsi scomodare dal Vangelo
Francesco insiste sul bisogno di conversione e lo fa citando il teologo e pastore luterano Bonhoeffer, vittima del nazismo, quando nel suo Resistenza e Resa. Lettere e scritti dal carcere, scrive: “Il problema che non mi lascia mai tranquillo è quello di sapere che cosa sia veramente per noi oggi il cristianesimo o anche chi sia Cristo”.
Purtroppo tanti non si pongono più questa domanda e restano ‘tranquilli’, addormentati anche lontano da Dio. È importante invece chiederci: io mi lascio scomodare, io mi domando chi è Gesù per me e che posto occupa nella mia vita?
Cessino le violenze, si trovino soluzioni per la pace
Al termine della preghiera mariana, instancabile, il Papa torna ad invocare la pace nelle zone di conflitto: "Cessi il conflitto in Palestina e Israele, cessino le violenze, si liberino gli ostaggi, continuino i negoziati e si trovino soluzioni per la pace". Il suo pensiero è anche per le popolazioni del Vietnam e del Myanmar, che stanno soffrendo le conseguenze delle inondazioni provocate dal tifone Yagi con centinaia di vittime e dispersi. Ricorda infine la beatificazione a Città del Messico di Moisés Lira Serafíne e la Giornata di sensibilizzazione per la SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica auspicando che si intensifichi la ricerca per la cura di questa patologia.
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