Francesco: il Signore infonde luce nel nostro cuore e nella vita

All’Angelus, il Papa ricorda che la voce di Gesù, fattosi servo di tutti, è voce di verità e che lui non si stanca mai di perdonare, ci aspetta anche se la nostra anima è appesantita dalle colpe del peccato

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Re” e “mondo” sono, nella logica degli uomini, due parole legate al potere e alla gloria ma in realtà in Gesù il loro senso si ribalta, diventando espressione di verità e di un amore che dona pace e giustizia. Così il Papa all’Angelus spiega il Vangelo odierno che vede Gesù alla sbarra giudicato da Pilato.

Ascoltare il Signore infonde luce nel nostro cuore e nella nostra vita. E allora proviamo a chiederci, ognuno si chieda nel suo cuore: posso dire che Gesù è il mio “re”? O dentro il cuore ho altri “re”? In che senso? La sua Parola è la mia guida, la mia certezza? Io vedo in Lui il volto misericordioso di Dio che sempre perdona, che sempre perdona, ci sta aspettando per darci il perdono?

Il re della verità

Ripercorrendo il dialogo tra Pilato e Gesù, Francesco parla del senso nuovo della parola “re”. Pilato vuole capire “se l’uomo che ha di fronte costituisca una minaccia e un re per lui è l’autorità che comanda su tutti i suoi sudditi”.

Gesù è re in quanto è testimone: è Colui che dice la verità. Il potere regale di Gesù, il Verbo incarnato, sta nella sua parola vera, la sua parola efficace, che trasforma il mondo.

Il mondo nuovo dove Gesù perdona sempre

Ill mondo di Pilato è quello, dice il Papa, “che conosciamo bene” ed è fatto di vittoria del forte sul debole, del ricco sul povero, del violento sul mite.

Il mondo, del quale Gesù è Re, riscatta la creazione rovinata dal male con la forza proprio dell’amore divino, che [attraverso] Gesù è salva la creazione, perché Gesù libera e, Gesù perdona, Gesù dà pace e giustizia. “Ma è vero padre, questo?” - “Sì”. Com’è la tua anima? C’è qualcosa pesante lì dentro? Qualche colpa vecchia? Gesù perdona sempre. Gesù non si stanca di perdonare. Questo è il Regno di Gesù. Se c’è qualcosa brutta dentro di te, chiedi perdono. E Lui perdona sempre.

La voce di Gesù

Pilato, spiega il Papa, non si apre alla verità, farà condannare Gesù definendolo “Re dei Giudei” intendendolo in un modo diverso.

Eppure il Cristo è venuto nel mondo, questo mondo: chi è dalla verità, ascolta la sua voce. È la voce del Re dell’universo, che ci salva

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24 novembre 2024, 12:25

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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