Ep. 321 - Papale papale - "Sacrificio"
Giovanni XXIII, radiomessaggio in occasione della Festività della Sacra Famiglia 10 gennaio 1960
Il segreto della vera pace, del mutuo e duraturo accordo, della docilità dei figli, del fiorire di un gentile costume, sta nella imitazione continua e generosa della dolcezza, della modestia, della mansuetudine della Famiglia di Nazareth, dove Gesù, Sapienza eterna del Padre, si presenta accanto a Maria, la Madre Sua purissima, e accanto a Giuseppe, che rappresenta il Padre celeste.
In questa luce, tutto si trasfigura nelle grandi realtà della famiglia cristiana, come abbiamo di recente sottolineato nella Allocuzione della Messa Natalizia di mezzanotte: « Fidanzamento nel riflesso della luce dall'alto; Matrimonio sacro ed inviolabile, nel rispetto delle sue quattro caratteristiche: fedeltà, castità, mutuo amore e santo timore di Dio; spirito di prudenza e di sacrificio nella educazione premurosa dei figli: e sempre, in ogni circostanza, sollecitudine intesa ad aiutare, a perdonare, a compatire, ad accordare agli altri la fiducia, che noi vorremmo fosse accordata a noi. È così che si edifica la casa che non crolla »
Paolo VI, Regina Caeli 12 maggio 1968
Onore, sì, alle innumerevoli madri, che con incomparabile tenerezza e con eroica prontezza al sacrificio di sé rispondono alla loro grande missione, nel ricordo e nell’invocazione della elettissima fra le Madri, la benedetta fra tutte le donne, la Madre di Cristo, che ciascuno di noi, accanto alla propria dolcissima mamma secondo natura, vuole avere madre secondo il grande piano della vita soprannaturale.
E onoreremo così, con proposito di esaltazione e di difesa, il regno proprio della Madre esemplare, virtuosa e felice, la famiglia, affinché questa divina e umana istituzione, fra tutte principale, sia nella legge e nel costume sempre intangibile, e sia sempre per tutto un popolo sano e civile nido sacro d’amore e di vita, scuola di bontà e di virtù, degna delle divine benedizioni.
Giovanni Paolo II, Angelus 25 febbraio 2001
Viene da domandarsi: come può la Chiesa mantenersi fedele alla sua vocazione, in un tempo in cui la cultura dominante sembra non di rado andare contro la logica esigente del Vangelo? A questo interrogativo risponde, in termini simbolici, il colore rosso dell'abito dei Cardinali. Esso, come è noto, richiama il sangue dei martiri, testimoni di Cristo fino al sacrificio supremo. I Porporati devono rendere visibile con la loro vita un amore a Cristo che non s'arresta di fronte a qualsiasi sacrificio. Il loro esempio sarà per tutti i cristiani un incoraggiamento a servire generosamente il Maestro divino, sentendosi membra vive dell'unico suo Corpo mistico che è la Chiesa.
Francesco, Angelus 28 giugno 2020
Poi, Gesù dice ai suoi discepoli: «Chi non prende la propria croce e non mi segue, non è degno di me» (v. 38). Si tratta di seguirlo sulla via che Egli stesso ha percorso, senza cercare scorciatoie. Non c’è vero amore senza croce, cioè senza un prezzo da pagare di persona. E lo dicono tante mamme, tanti papà che si sacrificano tanto per i figli e sopportano dei veri sacrifici, delle croci, perché amano. E portata con Gesù, la croce non fa paura, perché Lui è sempre al nostro fianco per sorreggerci nell’ora della prova più dura, per darci forza e coraggio. Neanche serve agitarsi per preservare la propria vita, con un atteggiamento timoroso ed egoistico. Gesù ammonisce: «Chi avrà tenuto per sé la propria vita, la perderà, e chi avrà perduto la propria vita per causa mia – cioè per amore, per amore a Gesù, per amore al prossimo, per il servizio degli altri –, la troverà» (v. 39). È il paradosso del Vangelo. Ma anche di questo abbiamo, grazie a Dio, tantissimi esempi! Lo vediamo in questi giorni. Quanta gente, quanta gente, sta portando croci per aiutare gli altri!