Sinodo, il processo va avanti. Hollerich: no a "indietrismi" e "politicizzazioni"
Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Nonostante la tentazione di alcuni di “indietrismo” e di “politicizzare” la Chiesa - usando le stesse parole del cardinale Jean-Claude Hollerich, relatore generale del Sinodo - va avanti ed entra sempre più nel vivo il processo sinodale voluto e avviato dal Papa nelle Chiese dei cinque continenti. In vista dell’avvio della tappa continentale, la seconda delle tre che scandiscono il percorso sinodale sul tema della sinodalità iniziato nell’ottobre 2021, i presidenti e i coordinatori delle Assemblee continentali si sono riuniti ieri e oggi, 28 e 29 novembre, a Roma, nella Segreteria generale del Sinodo. Ieri sono stati ricevuti in udienza da Papa Francesco, al quale, in circa due ore, hanno presentato a turno frutti, risultati, istanze e proposte emerse nel corso della fase consultiva, cioè quella di dialogo e ascolto con il popolo di Dio nei rispettivi continenti o regioni.
Dialogo e ascolto
Dialogo e ascolto che ora proseguono ma si ampliano coinvolgendo non più solo le singole diocesi ma le Chiese di interi continenti. Le assemblee saranno infatti il momento culminante di questa seconda fase del processo sinodale che si concluderà con l’assise dei vescovi in Vaticano, recentemente sdoppiata dal Papa nell’ottobre 2023 e nel 2024. Base e testo-guida per i lavori sarà il Documento per la Tappa Continentale, presentato lo scorso 27 ottobre, punto di partenza e convergenza delle sintesi delle Chiese locali che ha messo nero su bianco le questioni da affrontare lungo tutto il cammino sinodale.
Grech: impariamo gli uni dagli altri
Proprio il Documento è stato uno dei temi sui quali si sono confrontati i vertici delle task-force riuniti nell’incontro in Vaticano. Incontro che ha dimostrato la vivacità della Chiesa, come ha affermato il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, a conclusione della due giorni. “Provo gratitudine e meraviglia. Ho ascoltato la testimonianza di una Chiesa viva!”, ha detto il porporato. “La condivisione di questi giorni mostra che il cammino è già ben avviato e che abbiamo molto da imparare gli uni dagli altri. Ho molta speranza per il nostro compito che è e rimane innanzitutto l’evangelizzazione: l’annunzio della buona novella di Gesù Cristo”.
Non escludere nessuno
“Non dobbiamo escludere nessuno e ascoltare tutti!”, ha ribadito, come già in altre occasioni, Grech. “Anche chi sta fuori dal recinto formale della Chiesa, perché, a volta, la Chiesa è presente laddove non pensavamo trovarla”. “Questo – ha aggiunto - è il cammino sinodale. In questo cammino – ha aggiunto - non dobbiamo aver paura delle tensioni che possono essere anche salutari”.
Hollerich: no alla "politicizzazione" nella e della Chiesa
Tensioni che sono diverse dalle tentazioni, di cui ha parlato ieri il cardinale Hollerich nel suo saluto introduttivo dell’udienza con il Papa. La prima, ha detto l’arcivescovo di Lussemburgo, proviene dai media: “È la tentazione della ‘politicizzazione’ nella e della Chiesa, ossia il vivere e pensare la Chiesa con la logica della politica. Gli uni hanno un’agenda per la riforma della Chiesa; sanno molto bene cosa bisogna fare e vogliono utilizzare il sinodo a tale scopo: questo è strumentalizzare il Sinodo. Questo è la politicizzazione”.
All’opposto, ha affermato il cardinale, riprendendo una parola coniata dallo stesso Papa Francesco, ci sono “gli ‘indietristi’ che non capiscono che una vera tradizione cattolica si evolve pur restando tradizione nel suo tempo. Anche loro vorrebbero frenare il processo del Sinodo”.
Una prima dimensione universale del processo
Sempre Hollerich ha detto: “Con la fase continentale del processo incominciamo il nostro discernimento missionario. Con questa tappa del Sinodo stiamo, di fatto, già vivendo una prima dimensione universale del processo. Questa Tappa dice, infatti, che le diverse Chiese non devono essere isolate nel loro cammino e il dialogo circolare delle assemblee continentali approfitterà alle Chiese di tutti i continenti”.
Il sostegno del Papa
Affermando che “una sinodalità che si vuole cattolica, ha bisogno della cura e dei consigli di Pietro”, il cardinale ha detto al Papa: “Abbiamo bisogno di Lei, perché abbiamo bisogno di una sana indifferenza che testimonia la libertà nello Spirito, ma poi perché notiamo anche alcune tentazioni su questa strada”. “Noi invece – ha aggiunto - vogliamo poter entrare in un vero discernimento, un discernimento apostolico, missionario, affinché la Chiesa sinodale possa svolgere la sua missione nel mondo. Noi vogliamo camminare insieme, con lei e soprattutto con lo Spirito Santo e con Gesù per rabbellire la nostra Chiesa”.
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