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Francesco: Gesù è negli ultimi, nel donarsi a loro c’è il senso della vita

All’Angelus, Francesco invita a chiedersi in che modo accogliamo Gesù ed esorta a pregare perché “imitando i pastori e i Magi, sappiamo riconoscere Gesù vicino nel povero, nell’Eucaristia, nell’abbandonato, nel fratello, nella sorella”

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

Lontananza e vicinanza. Sono i due opposti che guidano la riflessione di Papa Francesco all’Angelus in una piazza san Pietro colorata dal 38.mo corteo storico “Viva la Befana”, quest’anno dedicato alla città di Amelia, e che nel giorno dell’Epifania sfila per via della Conciliazione. Il Pontefice si sofferma sull’atteggiamento di chi accoglie la nascita di Gesù, andando di fretta come i pastori, venendo da lontano come i Magi o restando lontani pur essendo fisicamente vicini.

Farsi simili a chi non resta indifferente

Francesco racconta la storia del quarto Magio - non una vicenda realmente accaduta - che “arriva tardi a Gerusalemme proprio durante la crocifissione di Gesù”, essendosi “fermato per la strada ad aiutare tutti i bisognosi dando i preziosi doni che aveva portato per Gesù”, e incontra un tale che gli dice: “Tutto quello che hai fatto per l’ultimo di noi fratelli, lo hai fatto per me”.

Chiediamo alla Vergine Maria che ci aiuti, affinché, imitando i pastori e i Magi, sappiamo riconoscere Gesù vicino nel povero, nell’Eucaristia, nell’abbandonato, nel fratello, nella sorella.

 I Magi in corteo arrivano in Piazza San Pietro
I Magi in corteo arrivano in Piazza San Pietro

I Magi e i rischi che affrontano

Francesco ricorda che “quei sapienti da lontano arrivano a trovare Gesù, quelli che erano vicini non muovono un passo verso la grotta di Betlemme”, “Magi affrontano spese ingenti, mettono a disposizione il loro tempo, accettano tante cose, i tanti rischi e le incertezze che a quei tempi non mancavano mai”.

Superano ogni difficoltà per arrivare a vedere il Re Messia, perché sanno che sta avvenendo qualcosa di unico nella storia dell’umanità e non vogliono mancare all’appuntamento. Avevano l’ispirazione dentro e l’hanno seguita.

Le “cattedre”

Di contro quelli che “dovrebbero essere i più felici” perché vicini al Messia restano “fermi” e “non si spostano dalle loro ‘cattedre’”.

Sono soddisfatti di quello che hanno e non si mettono alla ricerca, non pensano che valga la pena di uscire da Gerusalemme.

Verso Gesù?

Da qui le domande che diventano provocazioni: noi, “oggi, a quale categoria apparteniamo? Siamo più simili ai pastori” e ai Magi che accorrono o con il cuore chiuso e insensibile alla presenza di Gesù?

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In Piazza San Pietro
06 gennaio 2025, 12:34

L’Angelus è una preghiera recitata in ricordo del Mistero perenne dell’Incarnazione tre volte al giorno: alle 6 della mattina, a mezzogiorno e alla sera verso le 18, momento nel quale viene suonata la campana dell’Angelus. Il nome Angelus deriva dal primo versetto della preghiera – Angelus Domini nuntiavit Mariae – che consiste nella lettura breve di tre semplici testi che vertono sull’Incarnazione di Gesù Cristo e la recita di tre Ave Maria. Questa preghiera è recitata dal Papa a Piazza San Pietro a mezzogiorno la domenica e nelle Solennità. Prima della recita dell’Angelus, il Pontefice tiene anche un breve discorso prendendo spunto dalle Letture del giorno. Seguono i saluti ai pellegrini.
Dalla Pasqua fino a Pentecoste, al posto dell’Angelus viene recitato il Regina Coeli, che è una preghiera in ricordo della Risurrezione di Gesù Cristo, al termine della quale viene recitato il Gloria per tre volte.

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