Cuba, Francesco: sono accanto al popolo che soffre, urge il dialogo
Salvatore Cernuzio - Città del Vaticano
"Pace, dialogo, solidarietà". Papa Francesco invoca all'Angelus l'intercessione della Virgen de la Caridad del Cobre, la Madonna patrona di Cuba, per chiedere che torni la calma nell'isola caraibica, infiammata da domenica scorsa da manifestazioni di gente - in particolare giovani - che domanda pane, vaccini, diminuzione dei prezzi e interruzioni delle ore di blackout. Le manifestazioni hanno registrato eccessi e atti di violenza nelle principali città, inclusa la capitale L'Avana. Partite dal piccolo centro abitato di San Antonio de Los Banos e poi estese in altri venticinque comuni, sono nate dal malcontento della popolazione piagata da una duplice crisi: quella economica, aggravata anche dalla mancanza di turismo, e quella sanitaria per la pandemia di Covid che ha evidenziato le falle del locale sistema sanitario (circa 275 mila i contagi). E mentre dall'isola giungono notizie di arresti e repressioni, e mentre si auspicano maggiori aperture per il libero ingresso di generi di prima necessità, a Cuba giungono le parole di vicinanza di Francesco:
Il Papa esorta tutti i cubani ad affidarsi alla materna protezione della vergine Maria de la Caridad del Cobre: "Ella - assicura - li accompagnerà in questo cammino". Le sue parole sono applaudite calorosamente da un gruppo di fedeli cubani, presenti in piazza San Pietro con bandiere grandi del Paese che hanno sventolato durante tutto l'appello (Ascolta il servizio con la voce del Papa).
Manifestazione con 100 mila persone
Ieri, 17 luglio, oltre 100 mila persone hanno partecipato ad una manifestazione per chiedere "la fine dei tentativi di destabilizzare il Paese", come riferito dall'agenzia di stampa ufficiale cubana Prensa Latina, precisando che all'evento, che si è tenuto a La Piragua, hanno partecipato sia il presidente Miguel Diaz-Canel che Raul Castro, il leader rivoluzionario che ad aprile si era ritirato dalla politica lasciando allo stesso Diaz-Canel - a cui nel 2018 aveva ceduto la presidenza - anche la guida del partito. Erano decenni, esattamente dalla Rivoluzione del 1959, che non si vedevano proteste di tale portata sull’isola, con la comunità internazionale che accusa il governo di Miguel Dìaz-Canel di "arresti inaccettabili". I partecipanti alla manifestazione hanno domandato la revoca delle sanzioni statunitensi, richieste anche da Paesi dell'Area come Messico e Argentina, come pure dalla Cina. Nei giorni precedenti si sono registrate le prime concessioni del governo che ha autorizzato il libero ingresso di generi di prima necessità, per fronteggiare la scarsità di cibo, medicine e altri beni primari.
L'appello dei vescovi
La situazione rimane, comunque, di forte tensione. I vescovi hanno chiesto giorni fa il sostegno internazionale affinché si ristabilisca il dialogo: "La gente ha il diritto di esprimere i propri bisogni, desideri e speranze”, hanno affermato i presuli, e la rigidità e l'indurimento delle posizioni "potrebbero generare risposte negative, con conseguenze imprevedibili che ci danneggerebbero tutti”. Una soluzione, secondo la Conferenza episcopale, potrà trovarsi solo “quando si eserciterà l'ascolto reciproco, si cercheranno accordi comuni e si faranno passi concreti e tangibili". Di ascolto ha parlato pure ieri il presidente dell'episcopato, monsignor Emilio Aranguren Echeverrìa, pastore di Holguín, il quale, sottolineando che cìò che Cuba sta vivendo è “qualcosa di straordinario”, ha chiesto di rispondere alle istanze della gente con l’educazione: “L'educazione a vivere nella società, a prendere coscienza di cosa significa essere cittadini, a valorizzare e prendersi cura del bene comune". "Alla violenza di alcuni è stato risposto con altrettanta violenza", ha denunciato Echeverrìa, "per questo è necessario comprendere i bisogni e le insoddisfazioni della gente, in vista del superamento del disagio di tutti, non solo cercando le cause, ma unendo le potenzialità di chi è disposto a realizzare un progetto comune a beneficio di tutti”.
Internet ancora poco funzionante
Sembra essere tornata, invece, alla normalità la situazione di internet a L'Avana, dopo il blocco delle autorità di domenica scorsa. La linea, riattivata mercoledì, tuttavia, non è ancora pienamente funzionante; infatti, mentre si torna a navigare sul web, rimangono bloccati su 3G e 4G i social network e le App di messaggistica come WhatsApp e Telegram.
Grazie per aver letto questo articolo. Se vuoi restare aggiornato ti invitiamo a iscriverti alla newsletter cliccando qui